Da Pechino con furore. Invasione automotive cinese: Xiaomi lancerà quattro elettriche a partire dal 2024. Offensiva di modelli iper tecnologici. Il colosso degli smartphone, attualmente al terzo posto nel mondo per quota di mercato, ha registrato con l’ultimo profitto trimestrale un aumento del 40 per cento dell’utile netto, a 4,47 miliardi di yuan (sono l’equivalente di 637 milioni di euro). E le vendite sono cresciute del 21 per cento a 85,6 miliardi di yuan (11 miliardi di euro), superando la previsione dell’azienda che era stimata a 81,5 miliardi di yuan. Insomma, i soldi da investire ci sono.
Xiaomi all’attacco
L’azienda cinese riuscirà nei prossimi mesi a gestire le carenze prolungate di componenti. E tutti guai derivanti dall’invasione russa in Ucraina. L’azienda sta al momento valutando l’India come prossimo centro di produzione per ampliare la propria presenza sul mercato, grazie anche all’espansione della gamma di smartphone premium. In Cina, ha iniziato a investire nel mercato delle auto elettriche, assumendo ingegneri automobilistici e investendo in startup di guida automatica, e sta costruendo una fabbrica a Pechino in vista della produzione di massa di auto elettriche nel 2024.
Entro dicembre 2022, il gigante orientale svelerà una concept che prefigura il primo modello di serie, atteso nel 2024. La produzione schizzerà a 300.000 unità all’anno nella fabbrica di Pechino.
Non solo. Nel mirino, la guida autonoma di livello 3. Il Livello 0 non prevede nessuna autonomia.
Il primo gradino è l’assistenza alla guida: Il guidatore si deve occupare di ogni aspetto della guida.
Livello 2: automazione parziale; il conducente si occupa della guida, ma vi è una prima integrazione di guida. Ed eccoci al Livello 3: automazione condizionata. L’automobile è in grado di gestire la guida in condizioni ambientali ordinarie, gestendo accelerazione, frenata e direzione. Il conducente interviene se necessario. Livello 4, alta automazione, Livello 5: completa automazione.
Cinesi, che offensiva
E così, con Xiaomi, si fa ancora più forte l’offensiva cinese nell’automotive. Grossi i rischi per le Case tradizionali, specie ne non riusciranno a superare la crisi dei chip e la crisi delle materie prime dovuta alla guerra.