Volvo: ritardi per XC40, C40 e V60?

M Magarini
La guerra in Medio Oriente sta provocando delle serie conseguenze anche sull’industria automobilistica: Volvo ha fermato una sua fabbrica
Volvo logo

La guerra attualmente in corso in Medio Oriente, soprattutto nel Mar Rosso, sta avendo un impatto negativo sull’industria automobilistica europea. Dopo Tesla, anche Volvo corre ai ripari, con la chiusura temporanea del suo stabilimento di Gand, in Belgio, dove vengono fabbricate le XC40, C40 e V60. Lo stop è previsto per tre giorni consecutivi, la prossima settimana, in attesa di ulteriori aggiornamenti. Benché la speranza sia di rimettersi subito al lavoro, il conflitto bellico attualmente in corso richiede un monitoraggio costante degli sviluppi.

Volvo: la guerra in Medio Oriente comporta l’interruzione della fabbrica belga

Volvo XC60

A gravare sull’operato di Volvo sono i pochi componenti, data l’escalation della situazione nel Mar Rosso. Gli attacchi dei ribelli Houthi alle navi, che secondo loro sono affiliate ad Israele, hanno causato seri ritardi nelle spedizioni. Un clima ostile tuttora acceso, al punto che altri marchi automobilistici potrebbero essere costretti a seguire le orme di Volvo.

Scendendo nei dettagli, la guerra in corso nello Stato dello Yemen ha provocato la nascita dei ribelli Houthi, gli autori degli assalti alle imbarcazioni navali, da cui le difficoltà a svolgere il solito servizio. Inoltre, la risposta degli Stati Uniti e del Regno Unito inasprisce gli animi. Una serie di eventi negativi rischia di mettere a soqquadro l’industria dei motori. Le interruzioni della produzione rischiano di condurre a una carenza di veicoli, con il conseguente aumento dei prezzi. In seconda istanza, i disagi avvertiti potrebbero pure spingere gli operatori a trasferirsi altrove, colpendo l’occupazione.

Nel frattempo, si sentono già gli effetti sui prezzi del petrolio e delle materie prime, in aumento, alimentando l’inflazione. Oltretutto, gli scontri determinano incertezza economica, un deterrente alla crescita.

Volvo EM90

Alle criticità riscontrate non esistono soluzioni facili. Sbilanciarsi sulle tempistiche richiederà pazienza e diplomazia. Fino ad allora, le società automobilistiche avranno il compito di individuare vie alternative, volte a ridurre la propria dipendenza dalle forniture provenienti dalla regione. Una possibile soluzione consisterebbe nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Trovare partner altrove, ad esempio in Asia o in America Latina, sarebbe d’aiuto. Oppure, ridurre la complessità dei prodotti appare una mossa di buon senso. Realizzare veicoli con meno componenti ridurrebbe la dipendenza da forniture specifiche. Qualunque sia la strada percorsa, è evidente l’impatto negativo sull’industria automobilistica europea.

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