Volvo, ecco chi sarà ad accogliere il suo stabilimento di camion da 700 milioni di dollari

Dario Marchetti Autore
Volvo ha scelto la sede per il suo stabilimento messicano di camion da 700 milioni: sarà il Nuevo León

Volvo ha scelto Monterrey, nel Messico settentrionale, come sede per la sua nuova fabbrica di autocarri pesanti in Nord America. Per costruirlo, saranno necessari non meno di 700 milioni di dollari, almeno stando alle previsioni rilasciate dall’azienda scandinava, ricordate nella giornata di ieri.

Nel passato mese di aprile Volvo aveva annunciato il suo obiettivo di costruire uno stabilimento in Messico al fine di rifornire le attività Volvo Trucks e Mack Trucks del gruppo negli Stati Uniti e in Canada, nonché Mack Trucks in Messico e America Latina. Nella dichiarazione rilasciata dalla casa per l’occasione, è possibile leggere: “Monterrey garantisce notevoli efficienze logistiche per supportare le vendite nelle regioni sudoccidentali e occidentali degli Stati Uniti, in Messico e in America Latina”. L’azienda, che ha come priorità strategica la crescita nel Nord America, prevede che l’impianto potrà entrare in funzione nel corso del 2026.

Lo stabilimento sorgerà nello Stato messicano di Nuevo León, come ha riferito il governatore Samuel García. Lo ha fatto mediante un breve video pubblicato su X, nel corso del quale García ha affermato che maggiori dettagli saranno oggetto di un annuncio ufficiale con i dirigenti dell’azienda.

Il Messico corteggia anche BYD

Per il Messico si tratta dell’ennesimo colpaccio. Il Paese punta forte sull’industria automobilistica e cerca di attirare il maggior numero di marchi all’interno dei suoi confini. Per farlo utilizza massicci incentivi di carattere finanziario, incrociando le sue offerte con gli interessi di molte case.

Camion Volvo stabilimento Messico

L’ultimo nome in tal senso è quello di BYD. Il marchio cinese ha deciso di puntare con grande forza sugli incentivi e quindi guarda con grande interesse al Messico. Build Your Dreams ha dato vita ad una vera e propria lista di possibili località in cui impiantare il suo nuovo sito produttivo e ha ridotto la sua lista di finalisti. È stato Jorge Vallejo, direttore generale della casa orientale per il Messico, ha dire alla Reuters che l’azienda stava esaminando le ultime proposte degli Stati candidati all’interno del Paese.

Messico che, del resto, è in grado di offrire una lunga serie di vantaggi. Non solo sotto forma di incentivi fiscali, fondiari e di gestione, ma anche di prezzi preferenziali. Questa la spiegazione dello stesso Vallejo: “Uno stabilimento non riguarda solo lo spazio, ma anche la logistica, tutto lo sviluppo, l’infrastruttura urbana che viene generata, l’acqua, il gas, tutto ciò che è necessario per un sito automobilistico”.

L’impianto, una volta entrato a pieno regime, servirà il mercato messicano e andrà a produrre 150mila unità nella fase uno e altrettante nella fase due, prima di arrivare a produrre tra le 400 e le 500mila unità in pochi anni. L’azienda, che si muove a livello istituzionale con molta prudenza, ha affermato in precedenza di non essere interessata a un ingresso nel mercato statunitense.  

Il momento particolare di Volvo

Tornando a Volvo, per la casa svedese, si tratta di un momento molto particolare. Nel corso del 2023, il direttore commerciale, Bjorn Annwall, aveva infatti rilasciato una importante promessa: la casa, dopo il 2030, non venderà una sola auto a livello globale che non sia completamente elettrica.

Il crollo delle vendite di veicoli elettrici in mercati chiave come Cina e Stati Uniti, ha però obbligato la casa a riconsiderare la possibilità di fare all-in sull’alimentazione a batteria. Nel corso di un webcast trimestrale per gli investitori, il CEO Jim Rowan ha affermato di credere fermamente in propulsione elettrica. Al tempo stesso, però, non ha avuto eccessive remore nel riconoscere che sarà necessario prima collegare completamente le diverse parti del mondo dedito all’elettrificazione. Spingendosi ad affermare: “I nostri ibridi plug-in e ibridi leggeri rimangono molto forti e popolare tra i nostri clienti, e continueremo a investire in questa formazione”.

Volvo C40

I rivenditori statunitensi di Volvo hanno dichiarato, dal canto loro, che si aspettano di vendere berline ibride a benzina, vagoni e crossover ben oltre la fine del decennio. “Dovremo farlo, altrimenti moriremo”. Volvo, dal suo canto, cerca di sfruttare le piattaforme della società madre Geely Group nel preciso intento di espandere la sua gamma PHEV. A maggio Geely ha finalizzato una joint venture con il Gruppo Renault per sviluppare e costruire più efficienti motori a combustione interna e ibridi.

Il marchio svedese sta peraltro operando le sue valutazioni sulla possibilità di un aggiornamento della propria piattaforma SPA1, che supporta varianti ibride leggere e plug-in dei crossover XC90 e XC60. Un lavoro che risponde al tracollo relativo al business dei veicoli elettrici di Volvo negli Stati Uniti avvenuto quest’anno. Causato non solo dalla crescente concorrenza, ma anche dall’aggressività commerciale di Tesla.

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