Volkswagen è in enorme difficoltà, non è un segreto. Oliver Blume, amministratore delegato del gruppo, ha dichiarato che la causa sono i “problemi strutturali che, per decenni hanno eroso poco a poco le fondamenta” fino ad oggi. Una possibile soluzione, a breve termine almeno, passa attraverso la chiusura di tre grandi fabbriche e il licenziamento di diverse migliaia di dipendenti, oltre a una riduzione dei salari del 10%. Tuttavia, i sindacati intendono imporsi sui primi due punti, poiché il marchio ha firmato un documento in cui si impegnava a non licenziare nessuno fino al 2026.
Volkswagen riduce i salari ai dipendenti, “ma la dirigenza dovrebbe dare il buon esempio”
Secondo i sindacati, i risparmi ottenuti dalla chiusura delle fabbriche e dai licenziamenti rappresenterebbero solo il 17% dei costi totali del gruppo. I rappresentanti dei lavoratori hanno quindi ricordato a Blume e agli altri dirigenti che, se vogliono davvero ridurre gli eccessivi costi in Germania, devono considerare anche altri fattori, come i loro stipendi milionari.
Insomma, Volkswagen chiede un “sacrificio” ai propri dipendenti, riducendo i salari del 10%, mentre la dirigenza non è disposta a guadagnare meno per risollevare le finanze del gruppo. Oliver Blume, ad esempio, guadagna la bellezza di 8 milioni di euro, mentre il resto della dirigenza ha stipendi annuali che si aggirano tra uno e tre milioni di euro.
Martin Winterkorn, ex capo di Audi, anche questa costretta chiudere uno stabilimento, e condannato per lo scandalo delle emissioni, riceve 3.100 euro di pensione al giorno, mentre i dipendenti Volkswagen impegnati nelle linee di produzione guadagnano poco più di 55.000 euro all’anno, e un ingegnere circa 70.000 euro.
Christiane Benner, rappresentante dei lavoratori, sottolinea che “Oliver Blume è tra i manager meglio pagati. Se il consiglio vuole implementare tagli salariali, allora potrebbe dare il buon esempio. Anche se ai dipendenti venisse pagato il dieci percento in meno, questo non sarebbe sufficiente per coprire le perdite causate dalle cattive decisioni gestionali nel passato”. Come dargli torto.