Volkswagen si impegna a non chiudere gli stabilimenti in Germania, ma ad una condizione

Dario Marchetti Autore
Le interpretazioni di azienda e sindacati divergono in parte, ma c’è soddisfazione da entrambe le parti
Lavoratori Volkswagen

Il sindacato tedesco IG Metall ha dichiarato di aver raggiunto, dopo quasi tre mesi di trattative, un accordo con il gruppo Volkswagen su un piano di riduzione dei costi il quale eviterà i licenziamenti forzati che si prospettavano nelle fabbriche tedesche della più grande casa automobilistica teutonica.

Queste le parole contenute in una nota rilasciata dal sindacato più rappresentativo tra i metalmeccanici del Paese: “Siamo riusciti a trovare una soluzione per i dipendenti dei siti Volkswagen che garantisce i posti di lavoro, salvaguarda i prodotti e allo stesso tempo consente importanti investimenti futuri”. Confermando quindi di aver raggiunto l’obiettivo di trovare un’intesa entro Natale.

Le versioni delle parti sembrano divergere non poco

L’accordo tra le controparti è stato annunciato al termine del quinto round di negoziati in corso da lunedì, che si è protratto sino alla tarda notte di venerdì in un hotel di Hannover. Le interpretazioni date dalla casa automobilistica e dal sindacato sembrano però divergere non poco.

Daniela Cavallo

Volkswagen, infatti, ha annunciato cambiamenti radicali nelle sue attività in Germania, in cui rientrerebbero oltre 35mila tagli di posti di lavoro e notevoli riduzioni di capacità produttiva. Queste le parole contenute nella nota emessa dalla casa di Wolfsburg, ad opera del suo amministratore delegato Oliver Blume: “Dopo lunghe e intense trattative, l’accordo rappresenta un segnale importante per la futura sostenibilità del marchio Volkswagen”.

VW ha poi affermato che l’accordo renderebbe possibile un risparmio di 15 miliardi di euro all’anno nel medio termine e di non intravvedere alcun impatto significativo sulle sue linee guida per il 2024. Per poi aggiungere che affermato che sta esaminando opzioni alternative per il suo stabilimento di Dresda e il riadattamento del sito di Osnabrueck. Parte della produzione sarebbe inoltre spostata in Messico.

Per IG Metall è un miracolo di Natale

Nonostante ciò, l’accordo è stato salutato come un “miracolo di Natale” dai leader sindacali. Il parto di un lavoro di rifinitura che ha comportato ben 70 ore di estenuanti trattative, le più lunghe negli 87 anni di storia dell’azienda. A indurli in tal senso il fatto che sono comunque state evitate quelle chiusure immediate di stabilimenti, viste come fumo negli occhi.

IG Metall ha anche dichiarato che l’aumento salariale del 5% concordato a novembre sarà sospeso e la produzione di veicoli nello stabilimento di Dresda verrà interrotta entro la fine del 2025. Mentre Daniela Cavallo, presidente del comitato aziendale, ha a sua volta dichiarato: “Nessuno stabilimento verrà chiuso, nessuno verrà licenziato per motivi operativi e il nostro contratto salariale aziendale sarà garantito a lungo termine”. Per poi aggiungere: “Con questo triplice accordo abbiamo raggiunto una soluzione solida come la roccia nelle condizioni economiche più difficili”.

Oliver Blume

Al di là delle diverse interpretazioni, si può affermare che è stata comunque trovata quella soluzione di compromesso auspicata dal sindacato. Un compromesso che non era assolutamente scontato in partenza, alla luce dell’intenzione espressa dalle famiglie Porsche e Pieck di chiudere e tagliare tutto ciò che era possibile. Una vera e propria dichiarazione di guerra che non ha comunque retto alla prova dei fatti, considerato il salvataggio delle fabbriche, che avrebbe riguardato almeno tre impianti.

Ora il gruppo tedesco è atteso alla prova dei mercati

Ora resta da capire se l’accordo consentirà realmente al secondo gruppo mondiale di reggere alla prova di un mercato sempre più problematico. Reso tale per VW dalla sempre più forte concorrenza dei produttori locali sul mercato cinese, il più importante a livello globale. Oltre che dal cedimento in atto su quello degli Stati Uniti, ove peraltro potrebbero pesare ben presto le nuove direttive politiche di Donald Trump.

Proprio Volkswagen, stando a quanto ricordato dagli analisti, è uno degli attori che potrebbero risentirne maggiormente. L’accordo con IG Metall permette comunque al management di guardare con maggior fiducia al futuro, anche se saranno necessarie scelte più oculate di quelle compiute nel corso degli ultimi anni.

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