Volkswagen: Martin Winterkorn indagato di nuovo per il dieselgate

Andrea Senatore Foto Autore
Winterkorn è accusato di non aver informato il mercato sull’installazione di dispositivi illegali nei motori diesel Volkswagen
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Le autorità tedesche hanno riaperto un’indagine sull’ex amministratore delegato della Volkswagen Martin Winterkorn, che ha lasciato l’incarico nel 2015 a causa dello scandalo sulla manipolazione dei dati sui gas di scarico delle auto diesel dell’azienda, noto come “Dieselgate”. Il procedimento penale è stato ripreso su richiesta della procura, risulta da una dichiarazione del tribunale della città tedesca di Braunschweig.

Winterkorn è accusato di non aver informato il mercato sull’installazione di dispositivi illegali nei motori diesel Volkswagen

Winterkorn è stato accusato di non aver informato tempestivamente il mercato dei capitali sull’installazione di dispositivi di misurazione nei motori diesel delle auto Volkswagen, come previsto dalla legge. Nel 2021 è emerso che Winterkorn e altri tre dirigenti senior dell’azienda dovranno risarcire alla casa di Wolfsburg 288 milioni di euro di danni per il Dieselgate. La quota spettante all’ex amministratore esecutivo del compenso complessivo ammonta a 11,2 milioni di euro.

Secondo l’indagine Winterkorn sapeva che nel 2014 la Volkswagen aveva aggiornato il software delle auto, cosa che non risolveva il problema delle emissioni. Ciò era “necessario per nascondere la vera ragione delle emissioni sovrastimate” delle auto diesel, ha sottolineato l’accusa.

Nel 2015 era emerso che le auto della Volkswagen erano dotate di un software che permetteva di sottostimare i livelli di particolato nei gas di scarico pericolosi per la salute umana. Grazie a tale sistema, sembrava che le auto soddisfacessero pienamente gli standard accettati. Tuttavia, in realtà, i livelli di emissioni nocive erano molte volte superiori al livello massimo stabilito di inquinamento atmosferico. Gli investigatori ritengono che Winterkorn fosse a conoscenza della manipolazione ma non abbia immediatamente segnalato i potenziali rischi agli investitori.

Volkswagen logo

All’inizio di quest’anno, l’ex CEO di Audi Rupert Stadler ha ammesso il suo coinvolgimento nel Dieselgate, una dichiarazione che si tradurrà solo in una sospensione condizionale della pena. Stadler è stato incriminato per frode nel 2020 per il suo ruolo nello scandalo che ha travolto il gruppo automobilistico tedesco. Sia il Gruppo Volkswagen che Audi hanno ammesso nel 2015 di aver utilizzato software non regolamentato per manipolare i dati sui modelli diesel. Fino a poco tempo fa Stadler respingeva le accuse dei consumatori e delle autorità di regolamentazione.

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