Certo, da qui a due possono ancora cambiare tante cose, tuttavia un’idea di massima (e piuttosto accurata) ce la si riesce a fare. Basta prestare bene attenzione al “sottotesto”, da interpretare aiutandoci con le dichiarazioni degli alti esponenti della compagnia. Infine, ci interesseremo ai motori, un altro aspetto cruciale, a maggior ragione considerando la natura di full electric.
Indice Show
Volkswagen ID GTI: gli esterni
Prima di entrare nei dettagli, ecco le dimensioni: lunga 410 cm, larga 184 cm e alta 150 cm, la Volkswagen ID GTI dimostra di avere tempra da vendere. È un gran bel peperino e ciò ci lascia ben presagire pure in vista della futura produzione di serie. Ovvio, sarà meno radicale. Eppure, crediamo che più o meno si manterrà intorno a tali soglie. Se circolasse su strada, la creatura appena svelata saprebbe catalizzare su di sé un’infinità di sguardi. Ce lo suggerisce l’imponenza della carrozzeria, contraddistinta da una calandra aggressiva con una cornice rossa, i fari LED Matrix IQ.Light percorrenti l’intero lato anteriore e i passaruota maggiorati. Non notare il paraurti è pressoché impossibile.
A prescindere da quanto vi sforziate, alla fine l’occhio vi cadrà. Sviluppato sulla base di un veicolo da motorsport, la mascherina a nido d’ape e lo splitter nero mettono una certa soggezione. Lungo la fiancata spiccano i cerchi da 20 pollici su pneumatici 245/35 e le minigonne, nonché la dicitura “GTI” messa in bella evidenza. Che compare altresì al posteriore, accompagnato dal logo VW in tinta rossa. Lo stesso “lato B” viene distinto da un diffusore di generose dimensioni e dallo spoiler di colore nero.
Nessun elemento è fine a sé stesso, bensì appartiene a un disegno che, malgrado sia forte e deciso, ha una sua armonia di fondo. Le probabilità di imbatterci in un corpo vettura identico nel reveal della ID. 2 sono prossime allo zero, ma ci andrà vicino. Un’immagine simile va incontro alle personalità vulcaniche ed esuberanti, desiderose di lasciare il segno, senza correre il “rischio” di venire ignorati. Insomma, serve molta personalità per salire a bordo e la tonalità accesa lo sottolinea.
Gli interni
La nomenclatura “GTI” viene impiegata dalla VW solo quando le circostanze lo permettono. È un’affermazione tacita di brio, di forza, di animo sportiveggiante. Si sposa pure bene con la natura degli interni della Volkswagen ID GTI, aventi dei motivi a quadri ispirato a una pallina da golf. E un tuffo nel passato è automatico: la stessa tipologia venne impiegata dalla primissima Golf GTI. Che, giusto per rimanere ancorati all’attualità, ha celebrato l’edizione speciale “380” da poco presentata negli Stati Uniti, l’ultima con il cambio manuale.
Il volante GTI con contrassegno a ore 12 della Volkswagen ID GTI è degna di un bolide da corsa, sebbene non concorrerà mai nel motorsport. Tra i numerosi e pratici comandi fisici implementati, nella razza inferiore figura quello di accensione: lo accendete ed – et voilà – le poltrone si accendono in sequenza.
In merito, invece, ai display, il Digital Cockpit da 10,9 pollici è stato pensato su misura. E tra le diverse grafiche chi omaggerà per voi? La Golf GTI, sempre lei. Il display centrale da 12, pollici, la cabina di comando principale, permette di regolare vari aspetti, compreso il “clima” per un ambiente accogliente. Il rivestimento dei sedili “scozzese” contraddistingue il salotto. A voler essere puntigliosi, i tratti dell’abitacolo appena descritti non erano adottati nella showcar, bensì in un filmato. La base è quella della concept ID. 2all, fatti i dovuti distinguo.
I motori
Nella lunga panoramica, la Volkswagen ha sorvolato sul motore, che sarà di certo elettrico. Se la ID. 2all ha 226 CV, la ID. GTI ne dovrebbe avere oltre 250. In bella evidenza viene messo il differenziale autobloccante controllo elettronico. Allo stesso modo, la gestione degli ammortizzatori viene affidata al computer. Con i progressi compiuti sul fronte della tecnologia era un passo naturale. Gli eventuali dubbi rimasti sono stati spazzati via in maniera definitiva dai portavoce all’evento bavarese. Nel tunnel centrale viene accolto il comando per definire le modalità di guida. E qui c’è di che divertirsi, giacché oltre alle impostazioni classiche, se ne aggiungono di ulteriori ispirate alle Golf GTI d’antan.
Ciò assicura il “feeling di guida” tipico delle mitiche proposte di allora, impresse nella mente dei fan di lunga data. Per rendere meno “traumatico” il passaggio alle elettriche, dispensare lo stesso divertimento sembra una mossa saggia. In relazione alle “istruzioni” impartite dal conducente, variano la risposta di sterzo, motore, sospensioni e differenziali. E, ciliegina sulla torta, gli altoparlanti ricreeranno il vecchio “rombo”. Che manifesta virilità, sulla falsariga della politica adottata dalla Hyundai, in contrapposizione alla Lamborghini. Il Toro (curiosamente membro, a sua volta, del VW Group) ha spiegato di essere al lavoro sulle frequenze naturali generate da un propulsore elettrico, al contrario della ID. GTI.
Alle modalità di guida corrispondono animazioni specifiche. La migliore (o, perlomeno, la più affascinante) è la GTI, in cui l’illuminazione d’ambiente e i display diventano rossi. E casomai ci si trovasse in un circuito sullo schermo si visualizzerebbe la posizione nel tracciato, il tempo sul giro, oltre al posizionamento nella griglia di partenza e ai progressi durante lo svolgimento laddove si dovesse partecipare a una gara. L’interpretazione in salsa sportiva della ID. 2 potrebbe arrivare nei punti vendita in un successivo frangente rispetto alla versione standard, non prima del 2026 o del 2027, a un prezzo di 25 mila euro circa, ipotizza CarWow.