Volkswagen dice no ai tagli proposti dal sindacato: sarà guerra totale

Ippolito Visconti Autore News Auto
Volkswagen ha respinto le proposte sindacali di risparmio sui costi.
Volkswagen

Il potente sindacato tedesco IG Metall questo mese ha proposto a Volkswagen 1,5 miliardi di euro di risparmi sui costi, tra cui la rinuncia ai bonus per il 2025 e il 2026. Risposta di VW: no. “Sebbene possano esserci anche effetti positivi a breve termine, le misure non porteranno a nessun sollievo finanziario sostenibile per l’azienda nei prossimi anni. Non è possibile accertare risparmi sostenibili di 1,5 miliardi di euro nemmeno dopo un’analisi intensiva”, ha affermato l’azienda in una nota, aggiungendo che rimarrà in contatto con i rappresentanti dei lavoratori. 

Scontro infuocato

VW spinge in altra direzione.

Uno. Taglio di posti di lavoro. Secondo voi, 30 mila.

Due. Chiusura delle fabbriche. Stando a indiscrezioni, almeno tre.

Tre. Taglio del 10% degli stipendi.

Siccome la sindacalista Daniela Cavallo e IG Metall non ci stanno, sarà sciopero a oltranza dal 2 dicembre 2024 in tutta la nazione. Braccia incrociate, paralisi. Se e quando VW verrà incontro ai lavoratori, allora la produzione riprenderà. Uno scontro epico e sanguinoso: i dipendenti perderanno un sacco di quattrini. 

Danno d’immagine per VW

Danni, specie a livello d’immagine mondiale, per il Gruppo, per top manager, per la Germania. Che s’è ficcata da solo le guaio: l’auto elettrica andava spinta e sostenuta. Invece, si è scelta la strada scellerata di competere contro la Cina usando l’arma della parola: transizione, decarbonizzazione. Servivano incentivi per domanda e offerta, assieme a colonnine di ricarica veloce a prezzi bassi. Nel concreto invece, guardando alla produzione, siccome l’offerta supera la domanda, lo sciopero potrebbe non causare poi troppi guai al Gruppo: una chiusura volontaria per un mese può ridurre l’inventario. Situazione paradossale che si verifica in questa Europa tramortita: lo sciopero è più un danno d’immagine che sui numeri di vendita. Tanto le immatricolazioni procedono molto a rilento.

Pressione fortissima

VW resta sotto pressione. Da una parte la Cina coi suoi marchi che ruba quote di mercato. Dall’altra, il sindacato. Inoltre, altra tegola nelle scorse ore. L’India ha emesso un avviso a Volkswagen per la presunta evasione di 1,4 miliardi di dollari di tasse: avrebbe pagato intenzionalmente una tassa d’importazione inferiore sui componenti per le sue Audi, VW e Skoda, come risulta da un documento. Un avviso datato 30 settembre afferma che il Gruppo era solita importare quasi l’intera auto in condizioni non assemblate: tassa del 30-35% in India. Ma avrebbe eluso le tasse dichiarando e classificando in modo errato queste importazioni come singole parti, pagando solo un dazio del 5-15%.

vw

Con dolo?

Insomma, sarebbe evasione fatta con proposito, con dolo. Non evasione colposa, per errore. “Questo accordo logistico è artificiale. La struttura operativa non è altro che uno stratagemma per sdoganare le merci senza il pagamento dei dazi applicabili”, si legge nell’avviso di 95 pagine dell’Ufficio del Commissario delle Dogane di Maharashtra, che non è pubblico ma è stato visionato da Reuters. Dal 2012, l’unità indiana di Volkswagen avrebbe dovuto pagare al Governo indiano tasse d’importazione e diversi altri prelievi correlati per circa 2,35 miliardi di dollari, ma ha versato solo 981 milioni di dollari. In una dichiarazione, Skoda Auto Volkswagen India ha affermato di essere un’organizzazione “responsabile, che rispetta pienamente tutte le leggi e le normative globali e locali. Stiamo analizzando l’avviso ed estendendo la nostra piena collaborazione alle autorità”. Se l’azienda venisse giudicata colpevole, potrebbe arrivare al 100% dell’importo evaso: 2,8 miliardi di dollari in totale.

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