Volkswagen con una Casa cinese per vincere la partita elettrica: indiscrezione in Germania

Ippolito Visconti Autore News Auto
Il Gruppo VW potrebbe creare una joint venture con una Casa cinese.
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Dopo un 2024 pessimo, il 2025 si annuncia durissimo per Volkswagen, che va a caccia di soluzioni: dopo la scommessa Rivian, una joint venture con una Casa cinese. Con enormi capacità economiche, e con una tecnologia dell’auto elettrica avanzatissima, dice Manager Magazin. Così, VW può ribaltare la partita del full electric nel mondo, che attualmente la vede soccombere, proprio per via delle società del Dragone e della potenza di Tesla. Per ora, dalla Germania né conferme né smentite all’indiscrezione.

VW con la Cina sempre più vicina

Grazie alla possibilità di investire capitali immensi, le Case cinesi hanno l’acquolina in bocca: si fiondano sulle fabbriche VW che il Gruppo tedesco vuole chiudere in Germania, in quanto la produzione è eccessiva rispetto alla domanda. Piacciono da matti i siti in fase di dismissione a Dresda e Osnabrück. Gioielli teutonici che possono finire in mano alla ricchissima Pechino. Solo che la politica a Berlino non pare gradisca: sente che il Regno di Mezzo travalica i confini della patria. Il Celeste Impero divora l’Europa, come Geely iniziò a fare 15 anni addietro con Volvo: un assegno nel 2010 ed ecco un oceano di tecnologia in un battibaleno. Dopodiché, l’intelligenza degli orientali di basarsi sull’esperienza d’oro della Svezia nel settore auto.

Modello Tavares: Stellantis e Leapmotor

VW potrebbe copiare il modello dell’ex capo Stellantis Carlos Tavares: nel 2023 il Gruppo euroamericano e quello cinese hanno annunciato che il primo intende investire 1,5 miliardi di euro per acquisire il 20% dell’altro, con la società (allora guidata dal manager portoghese) come futuro azionista importante. L’accordo prevede anche la costituzione di Leapmotor International: joint venture in quote 51:49 guidata da Stellantis. Coi diritti esclusivi per esportazione, vendita e fabbricazione dei prodotti Leapmotor extra Cina. È la prima partnership globale nel settore elettrico tra un colosso occidentale e un’azienda orientale specializzata in elettriche, ibride plug-in e ibride ad autonomia estesa: macchine a nuova energia. È presto per dire se l’idea sia azzeccata, anche perché i dazi Ue sulle cinesi pesano.

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Scenario possibile

Ecco la ricostruzione: Wolfsburg mantiene il controllo delle fabbriche. Per i modelli cinesi, parte della capacità produttiva o turni di lavoro aggiuntivi. Così, VW incrementa il basso tasso di utilizzo degli impianti e beneficia delle competenze cinesi sull’auto elettrica. La Casa orientale evita i dazi Ue anti full electric Made in China: saranno vetture Made by China in Germany. Certo: gli orientali vogliono spendere meno possibile, servono costi di energia e manodopera bassissimi. In stile Ungheria, dove BYD aprirà una fabbrica. Ma Budapest compra gas dalla Russia, per questo ha costi dell’energia ridotti. Invece Berlino e il resto dell’Ue non acquistano più gas da Mosca, con ripercussioni tremende sulle industrie auto e quelle energivore tipiche della Germania: siderurgia, metallurgia e altro.

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