Il gruppo Volkswagen accelererà la sua transizione elettrica ove possibile, ha detto Blume in una conferenza interna giovedì, al primo giorno come amministratore delegato. Ai top manager ha spiegato di aver sviluppato un piano in dieci punti incentrato su argomenti tra cui solidità finanziaria, sostenibilità, capital markets e sviluppo in Cina e Nord America.
L’erede di Diess è un fan della mobilità elettrica e perora tale percorso. Conserveranno il ritmo attuale e, laddove ne avessero l’opportunità, lo velocizzeranno. Una delle sfide più complicate da superare riguarda i problemi software che affliggono la clientela. I display delle vetture dei conducenti tendono a bloccarsi e addirittura a oscurarsi. Affinché i proprietari riescano a effettuare degli aggiornamenti software via etere, il conglomerato richiede a molti di lasciare il proprio mezzo per un giorno in concessionaria.
Il livello ritenuto scarso degli impianti di infotainment, con presunti software incompleti, rischia di ripercuotersi sulla percezione generale di Volkswagen.
Volkswagen pensa a evitare gli errori del passato
Durante l’estate del 2020, la VW avviò un’operazione a livello di gruppo allora denominata Car.software.org. L’unità è stata ribattezzata Cariad nel marzo dello scorso anno e posta sotto la competenza di Diess a dicembre. Assumersi quella responsabilità si è rivelato costoso. Secondo degli insider, Duesmann ha incaricato McKinsey di fornire a VW una valutazione approfondita dello stato dei suoi sforzi. I risultati, riportati dal Manager Magazin lo scorso maggio, sono stati disastrosi: la struttura decisionale di Cariad è risultata inefficace, i budget si erano gonfiati e i ritardi avrebbero rallentato il lancio di importanti modelli Porsche e Audi.
Il rapporto ha contribuito alla estromissione di Diess, riferisce qualcuno, che ha chiesto di non essere menzionato, trattandosi di deliberazioni private. Blume, un ingegnere con pedigree VW, rispetto al predecessore appare più incline a collaborare con partner agili che promettono soluzioni più immediate. Porsche, da egli sempre presieduta, ha collaborato a stretto contatto con Apple, che a giugno ha menzionato il marchio tra le case automobilistiche pronte a integrare una nuova versione del suo sistema CarPlay.