Gruppo Volkswagen alle prese col guaio delle multe UE sulle emissioni 2025 da pagare nel 2026: come recitano i dati preliminari del primo trimestre, il conto economico è appesantito da componenti straordinarie per circa 1,1 miliardi di euro, di cui 600 milioni sono accantonamenti relativi alla normativa sulle emissioni di CO2 in Europa. La società mette via i soldi in previsione, quando dovrà sborsarli. Occhio alla fake secondo cui le sanzioni non ci sarebbero più o avrebbero un peso inferiore: è tutto come prima in realtà, con la Commissione che ha fatto una proposta di modifica al Regolamento UE (emendamento) da discutere con Parlamento e Consiglio all’interno del Trilogo. Attenti alla successiva fake per cui i Gruppi se la caverebbero con poco comprando crediti verdi da Tesla e dai cinesi nell’àmbito di un pool: in realtà, l’operazione richiede comunque ingenti risorse che fra l’altro finiscono nelle tasche dei nemici UE, ossia Musk e Pechino, all’interno di un paradosso automotive senza precedenti.
Dopo le pressioni del settore automobilistico, la Commissione Europea, l’esecutivo dell’UE, ha proposto di allentare le regole che la maggior parte del settore probabilmente violerà quest’anno, con conseguenti multe per miliardi di euro. La proposta, che darebbe a Volkswagen e al resto del settore più tempo per incrementare le vendite di veicoli elettrici a basse emissioni, non è ancora stata approvata dal Parlamento Europeo.
Volkswagen: multe e Cariad, cocktail indigesto
VW ha contabilizzato costi per circa 200 milioni legati al piano di ristrutturazione della divisione informatica Cariad, che ha dato problemi sin dalla nascita, col ritardo software alla base dell’iniziale flop elettrico tedesco. Altri 300 milioni di accantonamenti per il Dieselgate 2015. Poi c’è il colpo dei veicoli in transito lungo la catena logistica e soggetti ai dazi del 25% introdotti dall’amministrazione Trump ad aprile 2025. Cautela con la fake che il tycoon sospende per 90 giorni tutti i dazi: in realtà, quelli sull’auto e molti altri restano.

Fatturato VW in aumento, ma utile molto giù
Comunque, fatturato in miglioramento del 3% a 78 miliardi di euro, con utile operativo però sceso del 39%, dai 4,6 miliardi dei primi tre mesi del 2024 a 2,8 miliardi, per un margine crollato dal 6% al 3,6%. Calo della liquidità netta per le attività automotive a 33 miliardi. Stime su un fatturato in crescita del 5% e un margine operativo tra il 5,5 e il 6,5% e, per le sole attività automobilistiche, su flussi di cassa tra 2 e 5 miliardi con una liquidità netta tra 34 e 37 miliardi. Tuttavia, fra i dazi di Trump, la reazione cinese, le multe UE e altri mille fattori, le previsioni vanno prese con le molle.
Le azioni Volkswagen sono salite dell’8,2%, grazie alla sensazione di sollievo che ha travolto i mercati dopo l’annuncio dell’amministrazione statunitense di una sospensione di 90 giorni dei dazi imposti meno di 24 ore prima su decine di Paesi, ma un dazio del 25% sulle importazioni di auto rimane in vigore.
I dazi legati alla valutazione dei veicoli in transito verso gli Stati Uniti, dove dal 3 aprile è stata imposta una tariffa di importazione del 25%, hanno pesato sui risultati. La maggior parte delle vendite del marchio VW negli Stati Uniti proviene da auto prodotte in Messico, mentre i suoi marchi Audi e Porsche non hanno una base produttiva negli States.
Parziale soddisfazione VW per le elettriche
VW ha venduto nei primi tre mesi dell’anno 216.800 elettriche, il 58,9% in più rispetto all’anno scorso. Bene quasi ovunque nel mondo, tranne che in Cina, con un -36,8% e 25.900 veicoli commercializzati, a causa dello strapotere dei marchi locali coi loro prezzi imbattibili a fronte di una tecnologia straordinaria, a partire da BYD. Nel trimestre, il Gruppo Volkswagen ha piazzato 2.133.600 veicoli in tutto il mondo (il dato comprende anche i veicoli commerciali e pesanti e qualsiasi motorizzazione), a +1,4%. Ma nel Celeste Impero c’è una forte flessione a 644.100 e -7,1%. Insomma, che si tratti di BEV, PHEV o altre termiche, VW prosegue con relativa soddisfazione a livello globale, fuorché nel Paese del Dragone. Problema grave, in quanto trattavasi di Eldorado ultra redditizio.