Vendite di auto elettriche in Italia a picco: i veri numeri

Ippolito Visconti Autore News Auto
Aprile orribile per le vendite di auto elettriche in Italia. Sono state immatricolate 3.173 nuove vetture full electric, ossia il 20,5% in meno rispetto all’aprile 2023
Vendite di auto elettriche in Italia

Aprile orribile per le vendite di auto elettriche in Italia. Sono state immatricolate 3.173 nuove vetture full electric, ossia il 20,5% in meno rispetto all’aprile 2023, con una quota di mercato scivolata nel mese al 2,3% (dal 3,2%). E nei quattro mesi 2024? In totale 16.402, in calo del 19,4%, con una market share pari al 2,8%, che si confronta con il 3,7% dei primi quattro mesi dell’anno scorso. Il parco circolante elettrico italiano si attesta a 234.478 auto: pochissime. 

Gli annunci dei bonus fanno precipitare le vendite di auto elettriche in Italia 

Perché questi numeri così brutti? Primo: l’annuncio di un imminente ecobonus più vantaggioso di quello in vigore da parte del governo Meloni. Anzi, del ministro delle Imprese Urso. Cittadini e imprese rinviano i propri acquisti. Vogliono spendere meno in futuro senza passare per sciocchi che spendono di più oggi. Secondo: gli sconti statali sono stati annunciati a gennaio, febbraio, marzo, aprile e ora maggio. Un tiremmolla che fa del male alle vendite. Terzo: l’inflazione galoppa, anche quella non ufficiale, e quindi si rimandano gli acquisti così importanti, tanto più che le elettriche costano care come il fuoco.

vendite di auto elettriche in Italia

In controtendenza

Invece ad aprile, anche grazie a due giorni lavorativi in più, tutto il mercato auto torna in crescita: +7,5% con 135.353 auto nuove immatricolate, includendo i sacri benzina, diesel, ibridi normali. Che ormai surclassano le elettriche. Il primo quadrimestre, con 586.665 unità, archivia una crescita del 6,1%. C’è da far festa? No. Siamo a -17,7% su gennaio-aprile 2019. In quanto alle previsioni Unrae Case estere, 1.630.000 auto per fine 2024, in crescita di 63.500 unità sul 2023 (+4,1%). Ma -15% sul 2019.

Futuri incentivi elettrici: quanti guai

Serve pubblicare in Gazzetta Ufficiale il Dpcm (Decreto presidente Consiglio). Poi  rendere operativa la piattaforma di Invitalia. E correggere il nuovo schema incentivi: via il tetto di prezzo alle auto 0-20 g/km, cioè elettriche (e ibride plug-in virtuose). Infine, per l’Unrae serve chiara visibilità sul programma incentivi per i prossimi 2-3 anni. No bonus estemporanei, ma programma di lunga durata e di ampio respiro.

Colonnine elettriche, caos

Per paradosso, con oltre 54.000 punti di ricarica a uso pubblico installati sul territorio, l’Italia ha una densità dell’infrastruttura rispetto al circolante elettrico più elevata della Francia. Per citare i cugini. Ma serve impiegare le risorse stanziate per lo sviluppo di un’infrastruttura di ricarica capillare anche su autostrade e superstrade, con la pubblicazione dei nuovi bandi.

Infatti Be Charge (uno dei due principali aggiudicatari delle gare per le infrastrutture) ha detto addio al finanziamento per un lotto di ben 1.655 punti di ricarica. Questi soldi dovranno ora essere rimessi a gara. Quando? Mistero. Tanta burocrazia. E ancora: ci sono gli aumenti tariffari delle ricariche pubbliche. E l’eliminazione delle formule di abbonamento da parte di alcuni grandi operatori. 

Ad oggi, oltre la metà delle colonnine ad uso pubblico si trova nel Nord Italia, mentre sulla rete autostradale non si raggiungono neppure le mille unità: questa la denuncia Anfia filiera nazionale.

Siamo lontanissimi dagli obiettivi recentemente riconfermati dai tecnici del Governo e fissati nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec): 4,3 milioni di BEV e 2,3 milioni di plug-in circolanti al 2030 in Italia. Tutto comunicato all’Unione europea. La quale vuole che si vendano solo elettriche nella comunità dal 2035.

Le concessionarie che ne pensano? Il Centro Studi Promotor ha fatto un’analisi su un campione rappresentativo. Il 25% si attende un andamento del mercato in calo nei prossimi tre mesi. Anche perché l’Istat ha pubblicato una stima sull’andamento del Pil del primo trimestre 2024: +0,3% sull’ultimo trimestre 2023 e +0,6% sul primo trimestre dello stesso anno. Male, si rallenta: c’erano stati aumenti dell’1,02% nel 2023 e del 4,15% nel 2022.

Qualche ipotesi

Che cosa sospetta Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce Italia? “Sembra sempre più evidente che i partiti della maggioranza di governo intendano sfruttare a proprio vantaggio un punto: la visibilità che i media daranno ai nuovi bonus in ottica elezioni europee” di giugno 2024. Risultato: nella seconda metà del mese di maggio l’annuncio ufficiale. 

Infine, occhio al ministro Urso, che forse fa qualche riferimento non esplicito a Stellantis. Il target  degli incentivi “è ammodernare il vetusto parco auto italiano, attraverso la rottamazione di vetture vecchie a favore di veicoli poco o per nulla inquinanti”, dice. E “stimolare la produzione nazionale di auto: in caso positivo, verranno impiegate altre risorse statali per gli incentivi del 2025. In caso contrario, le risorse saranno dirottate sull’offerta, a beneficio dei produttori”.

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