Vendite auto elettriche a gennaio 2025 in Italia: crescita bluff

Ippolito Visconti Autore News Auto
Il 2025 si apre con un mercato dell’auto nuovamente in flessione: elettriche su, però malissimo.
Vendite auto elettriche a gennaio 2025 in Italia

A gennaio 2025, sono state immatricolate 133.692 auto, ossia il -5,9%) rispetto allo stesso mese del 2024. La crescita numerica delle vetture elettriche è in realtà un bluff: 6.721 unità a +132,2%. La verità è che la quota delle BEV scende dal 5,5% di dicembre 2024 al 5% di gennaio 2025. Migliora su gennaio 2024? Sì, ma per un motivo preciso: un anno fa l’attesa degli incentivi l’aveva fatta precipitare al livello minimale del 2,1%. Il governo aveva annunciato da tempo i bonus per le macchine a batteria, così nessuno le comprava.

Disastro annuncio incentivi paneuropei

Per questo, l’annuncio di incentivi paneuropei (cinesi escluse) da parte della politica è un disastro. Il caso Italia insegna una cosa: se prometti bonus, nessuno compra elettrico finché gli sconti sono realtà. È stato così da noi, sarà così nell’Unione europea con le parole continue del cancelliere tedesco Scholz. In piena campagna elettorale, cerca consensi.

Zero transizione con le auto a zero emissioni

La terribile verità che nessuno vuole sentire è che in Italia quasi nessuno compra elettrico. Zero transizione energetica con le auto a zero emissioni. Per il 2025, nessun incentivo lato domanda. Al massimo, lato offerta: soldi alle aziende. In quanto alle famigerate ibride plug-in, si arrestano al 3,6%, contro il 3,4% di dicembre 2024 e il 2,8% di gennaio 2024. La quota delle vetture elettrificate (ECV, ossia BEV + PHEV) è ferma all’8,6%.

Stime pessime

Unrae Case estere vede il 2025 a 1.550.000 immatricolazioni in Italia, -0,6% rispetto al 2024. Un livello ancora inferiore del 19% sul pre-Covid, ormai a sei anni di distanza dal 2019. In tutto questo, l’elettrico resta marginale, di nicchia. Magari all’inizio era comprensibile, ma ora la passività della politica lascia perplessi.

Fra un passato splendido e un futuro da incubo

Ci si accontenterebbe di tornare alle vendite pre-coronavirus. Ma più indietro nel tempo, la situazione era ottimale: a gennaio 2001 le immatricolazioni ammontarono a 272.126, poi grosso modo su questi standard fino alla grande crisi innescata dal fallimento di Lehmann Brothers nel settembre 2008, fa notare Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. Che ci dice: “Il 70% dei concessionari interpellati giudica basso il livello di acquisizione di ordini a gennaio 2025. Un fatto assolutamente negativo. Perché i primi mesi dell’anno sono sempre stati molto importanti per la raccolta di ordini”.

Il 2025 si apre con un mercato dell’auto nuovamente in flessione: elettriche su, però malissimo.

Auto elettrica: la rivoluzione Ue del Dialogo strategico

Il 30 gennaio 2025, ha preso il via il Dialogo strategico sul futuro del settore automotive europeo, promosso dalla Commissione Ue. Serve un piano d’azione: il presidente Ursula von der Leyen dice che sarà ufficializzato il 5 marzo. I pilastri? Accesso a talenti e risorse, innovazione tecnologica, regolamentazione, sviluppo dei veicoli di nuova generazione. Quello che andava fatto nel 2019 lo si fa nel 2025 (forse). Mentre la Cina vola via in scioltezza. Ora serve l’analisi da parte di numerosi soggetti e politici, poi il Trilogo, le approvazioni. Il tutto mentre si chiede minore burocrazia.

Multe da 16 miliardi: caos elettrico

L’Acea, l’Associazione europea delle Case automobilistiche, ha evidenziato le priorità per il settore: revisione delle sanzioni sulle emissioni di CO2, introduzione di incentivi europei, gestione delle tensioni commerciali con Stati Uniti e Cina, monitoraggio semestrale delle condizioni abilitanti. Per avere così un quadro normativo chiaro e stabile. Tale da indirizzare le scelte di produttori e consumatori. Serve il decollo dell’elettrico, per il bando termico 2035.

Italia disastro auto elettriche aziendali

Il regime fiscale sulle auto aziendali è penalizzante rispetto agli altri Paesi europei: da rivedere la detraibilità IVA e la deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2. Da ridurre il periodo di ammortamento a 3 anni. A favore dell’auto elettrica. La recente modifica della normativa sul fringe benefit rischia di premiare anche le motorizzazioni più emissive: per l’Unrae, va reimpostata in base alle emissioni di CO2 come la precedente, con una progressività più graduale nelle aliquote, per non tradursi unicamente in un aumento del gettito fiscale”. 

Auto elettriche circolanti in Italia: non ci siamo proprio

Al 31 gennaio, il parco circolante elettrico in Italia risulta composto da 282.902 auto, dice Motus-E. Aggiungiamo che l’obiettivo del governo è un parco viaggiante di 4,4 milioni di full electric nel 2030. Come si possa raggiungere, date le condizioni attuali, quel numero è un mistero. Sono 60.339 i punti di ricarica, di cui il 20% scollegato: sufficienti per le elettriche circolanti oggi, insufficienti per un futuro eventuale boom di full electric. Triste il confronto coi big europei in tema di quote di mercato di elettriche nel 2024: 17% in Francia, 13,6% in Germania, 5,8% in Spagna e 19,6% nel Regno Unito. L’Italia al 4,2%.

Dacia Spring in testa alle elettriche più vendute in Italia

Al primo posto la Dacia Spring con 961 unità, seguita dalla Citroën C3 con 418 che insieme coprono il 20,5% del mercato BEV totale a inizio 2025. Insomma piacciono le piccole che non costano troppo. Poi Tesla Model Y, Jeep Avenger e Fiat 500e rispettivamente a 265, 245, 230 (fonte Motus-E).

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