Vendere auto bollo non pagato: chi ha il dovere di corrisponderlo

M Magarini
Vendere automobile

Il periodo attuale non è dei più floridi per la popolazione italiana e mondiale. L’inflazione fa sentire eccome i contraccolpi sui bilanci familiari. E, talvolta, la situazione diventa tanto insostenibile da rendersi necessario vendere l’auto con il bollo non pagato. Serve liquidità immediata e la cessione del mezzo permette di rifiatare, ma prima di assumere una decisione definitiva conviene rifletterci a fondo.

Nel passaggio di proprietà ci sono parecchi fattori da prendere in analisi, comprese le questioni di carattere burocratico. La legge, si sa, non ammette ignoranza e i trasgressori vanno pure incontro a sanzioni abbastanza pesanti. Assumere una scelta, traditi dalla frenesia del momento, è una pessima idea perché un’eventuale violazione della normativa comporta delle multe e addirittura delle sanzioni esemplari. Le misure estreme sono il fermo amministrativo del veicolo e la cancellazione del mezzo dal Pubblico Registro Automobilistico.

Per evitare di incorrere in disavventure andate coi piedi di piombo. Un passo falso può mettere nei pasticci voi e il nuovo proprietario della macchina, che intanto vi avrà pagato la macchina senza averne diritto. Vi lasciamo immaginare come sia una situazione travagliata. Ed è per questo che nel corso di questa guida andremo a soffermarci sugli oneri da rispettare quando stai per vendere l’auto con bollo non pagato.

Vendere auto bollo non pagato: su chi ricade la responsabilità

Risparmiare sulle spese per godersi esclusivamente il piacere della guida

Vendere l’auto senza bollo pagato rischia di comportare dei problemi nei rapporti con lo Stato. Difatti, esiste una chiara trafila da osservare, altrimenti c’è la possibilità di incorrere in gravi errori tributari. La prevalenza delle Regioni si occupa personalmente della riscossione, in base ai poteri conferiti dall’ente centrale. Ma non è una regola assoluta. Le eccezioni esistono, anche con le Province a Statuto speciale, quali Trento e Bolzano, dove interviene l’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Cercate, dunque, di capire, innanzitutto, a quali casse versare i tributi.

Il consiglio è di consultare le fonti ufficiali. Affidatevi esclusivamente ai portali di riferimento dei vari organi addetti a incaricarsi della materia. Sebbene nei forum e nelle pagine social capiti di trovare teorie di ogni tipo, sarà sufficiente visitare i recapiti corretti e i dubbi svaniranno.

Soffermarci su ciascuno degli scenari richiederebbe troppo tempo. Di conseguenza, nel prosieguo andremo a trattare in maniera dettagliata i risvolti derivanti dal vendere l’auto con bollo non pagato. Cercheremo di fornire un quadro dettagliato ed esauriente della disciplina vigente in Italia, affinché siate consapevoli dei pro e dei contro di un’operazione del genere.

Qual è il soggetto obbligato

Le trattative con l’acquirente hanno dato gli esiti sperati. E forse vi viene la malsana idea di vendergli l’auto con bollo non pagato, convinti di farla franca e di scaricare la patata bollente al nuovo proprietario. Naturalmente, ci auguriamo che vi comportiate in buona fede e scegliate di giocare pulito con chi ha mostrato interesse nei confronti del vostro veicolo. Per capire quanto possa essere fastidiosa una situazione del genere vi invitiamo a immaginarvi a ruoli invertiti.

Non vi sentireste in qualche modo defraudati? Se desideriamo essere rispettati è importante anche essere rispettosi nei confronti del prossimo. Da comportamenti del genere non nascerà nulla di buono. E, oltretutto, vi mettereste da soli nei casini.

Difatti, la legislazione italiana è chiara su chi sia tenuto a corrispondere la tassa automobilistica. E provate un po’ a immaginare? L’obbligo pesa sulle spalle dell’acquirente. L’onere di adempiere alla prestazione tributaria dipende dalla registrazione del mezzo al Pubblico Registro Automobilistico (PRA). E il pagamento spetta a chi nel periodo considerato era il proprietario del mezzo.

La situazione è decisamente meno ingarbugliata di quanto venga da immaginare. Supponiamo che abbiate stabilito di vendere l’auto con bollo non pagato per il 2021. Provate un po’ a immaginare cosa succederà? Anche se non avete più la proprietà, il bollo auto sarà sempre a vostro carico. Pertanto, cercate di risanare la vostra posizione nei confronti dell’ente titolare della riscossione. I ripetuti insoluti comporteranno, infatti, un graduale aumento degli interessi di mora. Anche un piccolo importo iniziale rischia di diventare un vero e proprio salasso.

Qualcuno spera di farla franca perché l’avviso dell’organo di competenza stenta ad arrivare. L’autorità addetta alla riscossione ha, infatti, un periodo limitato per esercitare il suo diritto, altrimenti scatta la cosiddetta prescrizione. Il principio è sancito dall’art. n. 2394 del Codice civile e seguenti, un istituto giuridico attinente sia a questione di carattere civile sia penale. Nemmeno questa è la scelta giusta. Perché, a prescindere dal periodo di inoltro del messaggio, risalire alla vostra identità sarà un gioco da ragazzi.

Tramite il PRA basterà davvero un attimo a rendersi conto che avevate voi in possesso l’auto nel periodo insoluto considerato. Nulla sfugge all’occhio delle autorità, per via degli efficaci strumenti adottati nella regolazione della materia. Pensare di farla franca è, dunque, un sogno, destinato a infrangersi in un amen.

Alla luce pure dei provvedimenti stabiliti dallo Stato vi invitiamo a saldare il conto non appena ne avete la possibilità economica. Purtroppo, capita di trovarsi in situazioni di insolvenza, specialmente in questi giorni, funestati dalla crisi geopolitica e socioeconomica. D’altro canto, non è una buona mossa andare avanti a non pagare poiché il conto finale tenderà a salire vertiginosamente.

Questione di tempistiche

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Vendere l’auto con il bollo non pagato è di per sé possibile e grazie all’eccellente lavoro compiuto dagli organi addetti abbiamo le idee chiare:

  • il cedente risponde per la tassa nel periodo precedente al passaggio di proprietà;
  • il cessionario risponde per la tassa nel periodo successivo al passaggio di proprietà.

A ognuno il suo, verrebbe da commentare. Il cessionario non avrà alcun diritto a chiedere la risoluzione del contratto laddove non venga ragguagliato sul mancato saldo del bollo negli anni antecedenti. Del resto, sarà totalmente esonerato da qualsiasi responsabilità in caso di inottemperanza del cedente. Risponderà esclusivamente alle prestazioni tributarie in seguito all’acquisto della macchina. Laddove l’agente incaricato della riscossione contatti, a torto, il nuovo proprietario per un periodo antecedente sarà possibile optare per il ricorso in autotutela. Il tempo per richiedere l’annullamento è pari a 60 giorni dall’invio della cartella esattoriale.

60 giorni è anche la scadenza a carico dell’acquirente per comunicare l’avvenuto passaggio di proprietà al PRA. Una eventuale inottemperanza farà sì che per la riscossione si contatti il cedente. Per uscire da tale situazione è sufficiente dimostrare l’avvenuta operazione attraverso le prove documentai stabilite nel codice normativo. Al fine di scongiurare simili scenari in futuro avete due opzioni:

  • interpellare il PRA per la trascrizione dell’atto di vendita (che sarà a vostre spese);
  • fare citazione in giudizio della controparte davanti al giudice di pace. La procedura è elementare e probabilmente non vi servirà l’assistenza di un legale.

Giunti a questo punto ormai vi dovrebbero essere chiari gli step da rispettare se avete intenzione di vendere l’auto con il bollo non pagato. Sia il cedente sia il cessionario fanno fronte a precisi obblighi e rispondono ciascuno della tassa in base al periodo di proprietà. Il discorso vale pure in caso di cessione a terzi e così via. Il meccanismo è intuitivo, perciò cercate di osservarlo se desiderate mantenere la vostra posizione pulita. Altrimenti, la situazione precipiterà, anche per via degli interessi di mora da versare, che aumentano gradualmente con il passare del tempo.

 

 

 

 

 

 

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