Buio pesto per Tesla nel primo trimestre del 2025, con l’utile che crolla del 71% a 409 milioni di dollari. Così, Musk annuncia che da maggio spenderà molto meno tempo al Doge, il Department of Government Efficiency (Dipartimento dell’efficienza governativa), un’organizzazione temporanea nata su iniziativa di Trump e guidata da Elon. Un po’ perché, se si defila, magari i potenziali acquirenti sono meno restii a comprare le vetture texane: molti si sono allontanati per l’impegno politico dell’imprenditore, schieratosi a destra. E un po’ perché potrà dedicarsi solo alla sua prima creatura, la Casa auto, che necessita di attenzioni per via degli attacchi da parte dei cinesi, specie di BYD.
Ricavi scesi del 9% a 19,34 miliardi (21,11 miliardi le previsioni). Previsioni di crescita entro tre mesi al ribasso: difficile misurare l’impatto del cambiamento della politica commerciale globale sulle catene di approvvigionamento automobilistico ed energetico. Per i dazi voluti dall’amministrazione Trump, Tesla avverte che “il cambiamento del sentiment politico potrebbe avere un impatto significativo sulla domanda dei nostri prodotti nel breve termine”.
Musk è diventato un catalizzatore politico, alimentando proteste incessanti e atti vandalici, aprendo nuove prospettive negli showroom Tesla. Gli investitori hanno espresso preoccupazione per il fatto che Elon dedichi troppo poco tempo alla gestione della società, le cui vendite sono crollate.
Problema gamma Tesla
Al di là del Doge, dei dazi, della recessione, della domanda di elettriche nel mondo, a nostro avviso il cuore della questione è uno: nel 2025, Tesla ha in gamma solo auto più lunghe di 4,7 metri. I cinesi sfornano a getto continuo nuove elettriche di tutte le dimensioni per tutti i gusti. Ecco il guaio per Musk, che è in ritardo dopo essere stato per anni anticipatore. Limitatamente all’Italia, la Casa di Austin propone la Model 3 a 37.000 euro con 4.000 euro di sconto: è una delle soluzione per vendere di più.
Azioni Tesla dimezzate
Davanti a un’azione quasi dimezzata rispetto al picco di dicembre 2024, Musk si allontanerà dalla politica per tornare a concentrarsi su Tesla, nonché su altre aziende di enorme successo come SpaceX, X.AI e Neuralink. “Continuerò a lavorare con il team del Doge per assicurarmi che sprechi e frodi non si verifichino più”, dice. Per ora, il risparmio a favore dei contribuenti statunitensi è di 160 miliardi di dollari. Sono stati tagliati molti posti di lavoro federali. Ma Elon sostiene di aver quasi completato il suo lavoro, cui si dedicherà “un giorno o due a settimana. Finché Trump lo vorrà”.
Sui dazi, si tenga presente che Tesla usa componenti dall’estero: un 20% dal Messico. Ricadono sotto tariffe del 25%. Per cui, ha messo in pausa alcune importazioni provenienti dalla Cina dopo che i dazi USA su Pechino sono volanti al 145%.

Fra Tesla economica e robotaxi
Tesla punta su un’auto elettrica più economica nella prima metà del 2025, utilizzando le piattaforme e le linee di assemblaggio esistenti. Da anni si parla della piccola Tesla 2, senza arrivare a qualcosa di concreto. Ci sarà una versione più accessibile prodotta negli Stati Uniti del SUV Model Y. Intanto il lancio della flotta di robotaxi ad Austin, in Texas, a giugno è ancora in corso, ma servono meno vincoli, con le approvazioni normative difficili da ottenere. Trump può sbloccare tutto in un attimo, tuttavia ci sono preoccupazioni sulla sicurezza e sui rischi di controversie legali che potrebbero derivare dall’impiego di una tecnologia senza conducente: sinistri anche con feriti gravi o morti, specie su strade imperfette a livello di segnaletica orizzontale e verticale. Col caos potenziale a livello di risarcimenti: chi pagherebbe i danni alle vittime e ai loro familiari, la Casa o chi altri?
L’imprenditore e politico sudafricano con cittadinanza canadese naturalizzato statunitense ha affermato di prevedere milioni di Tesla in modalità completamente autonoma entro la seconda metà del prossimo anno.