La prima cosa che i sostenitori delle auto elettriche affermano ogni volta che scoppia un incendio di una vettura elettrica è che questi episodi sono meno comuni rispetto a quanto accade con le auto dotate di motori a combustione. Il fatto è, tuttavia, che le auto elettriche sono molto di meno come numero a livello globale e quindi incidenti del genere non possono essere ignorati e sicuramente spiccano. L’ultimo episodio riguarda un’auto di Tesla.
Ancora un incendio per un’auto di Tesla
In questo caso ha preso fuoco una Tesla Model 3, lasciata a caricare davanti a una casa a Maple Gren (Pennsylvania). L’incendio è divampato la notte del 23 novembre e quando sono arrivati i soccorritori, l’incendio aveva già carbonizzato l’auto e danneggiato persino il garage. La rapida reazione dei vigili del fuoco ha evitato danni peggiori.
Nessuno è rimasto ferito nell’incidente e i primi risultati delle indagini mostrano che l’ incendio è partito dal retro dell’auto di Tesla. Nel video si vede almeno un’esplosione, il che significa che la batteria è stata interessata da questo incendio. Se si fosse trattato solo di un cortocircuito, non ci sarebbero state simili esplosioni.
Questo incendio è simile agli incidenti che si sono verificati con Chevrolet Bolt EV e Hyundai Kona Electric all’inizio di quest’anno. Gli esperti mettono in evidenza diverse somiglianze tra loro: lo stesso fornitore di batterie (LG Energy Solution) e il fatto che gli incendi sono scoppiati mentre le auto erano in carica. Entrambi i produttori hanno ritirato le auto elettriche nelle loro officine di riparazione per sostituire le batterie.
Il fornitore di Tesla però in questo caso è diverso: si tratta di Panasonic, ma ciò non impedisce alla società di avere un problema simile. Tesla è stata recentemente accusata di aver aggiornato il software su Model S e Model X per coprire il problema della batteria. La società avrebbe cercato di raggiungere un accordo con i suoi clienti, che l’hanno accusata di non aver indagato sugli incidenti.
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