La Cina sembra premiare sempre di più i costruttori locali di veicoli. Una condizione che sta mettendo a dura prova i costruttori europei che ora appaiono in difficoltà, anche in virtù dell’avanzato stato di innovazione proposto con le nuove elettriche cinesi che rappresentano probabilmente il più importante trionfo della politica industriale locale degli ultimi tempi. D’altronde il mercato cinese registra vendite, relative ai veicoli di costruttori locali, che superano ormai costantemente quelle dei costruttori europei anche in accordo con la concreta influenza proveniente dai costruttori di elettriche.
Il 54% del mercato automobilistico cinese, durante i primi sei mesi di quest’anno, è appannaggio dei costruttori locali; un dato in netto rialzo rispetto al già concreto 48% registrato nel 2022. È questo quanto dichiarato in questi giorni dalla China Passenger Car Association che misura i dati all’ingrosso che includono pure quelli relativi alle esportazioni. Il dominio dei costruttori europei era ormai assodato, sin da quando parecchi anni fa erano state autorizzate le prime joint venture fra questi e alcuni partner locali; una condizione che ha permesso alla Cina di superare il mercato statunitense diventando il più ampio mercato globale dell’auto. Un dominio che adesso sembra essere destinato ad esaurirsi.
La rivincita sui costruttori europei passa dall’importanza delle elettriche per i costruttori cinesi
La rivoluzione dell’auto in Cina si fa con l’elettrico. La rivincita sui costruttori europei passa infatti dal dominio fra i costruttori di elettriche, o ibride plug-in, ovvero le uniche tipologie di veicoli per le quali la domanda cresce con notevole costanza. Al centro di questo cambio di passo troviamo BYD, ma secondo la China Passenger Car Association ben nove costruttori suoi dieci costruttori di veicoli elettrici più venduti in Cina a giugno 2023 erano costruttori locali. Fra i dieci costruttori, l’unico non cinese è Tesla.
Durante la prima metà di quest’anno le vendite di veicoli elettrici o ibridi plug-in sono aumentate del 44% superando 3,5 milioni di veicoli venduti ovvero un terzo delle vendite totali di vetture nel Paese: una crescita che si misura nell’ordine di circa il 9% ragionando sul medesimo periodo. Secondo i riscontri di alcuni esperti, nel giro dei prossimi quattro anni le elettriche supereranno i veicoli tradizionali in Cina in termini di veicoli venduti.
A partire dal 2009, l’attività di ricerca condotta sull’elettrificazione in Cina ha finito per trasformare il Paese in leader del settore dei veicoli che sfruttano le nuove energie. Non è un caso che oggi molti costruttori guardano proprio alla Cina con l’intenzione di carpire i segreti di tali sviluppi.
Nel passato diversi costruttori europei, e non solo, hanno guardato alla Cina con la speranza di rimpolpare le speranze di crescita in virtù di alcuni rallentamenti in termini di vendite patiti in altri mercati globali. Il mercato cinese, però, ha rappresentato più di qualche problema per i costruttori europei e non che si affidano a veicoli proposti con motorizzazioni tradizionali. Secondo i dati della società di consulenza locale, Automobility, lo scorso anno le vendite di veicoli dotati di propulsori endotermici sono diminuite di circa 8 milioni rispetto al 2017 che ha rappresentato l’anno in cui si è raggiunto il massimo delle vetture vendute in Cina. La crescente autorevolezza dell’elettrico cinese ha finito per cogliere di sorpresa i costruttori europei e occidentali in genere. Bisognerà capire come affronteranno adesso la questione tali produttori d’auto.
Molti provano a ridurre gli investimenti in Cina
Non solo costruttori europei. Ford ad esempio, dopo lo scarso successo in termini di vendite della sua Mustang Mach-E elettrica, ha dichiarato che ha intenzione di ridurre gli investimenti destinati alla Cina. Honda invece sta accelerando il piano di elettrificazione a cinque anni con l’obiettivo di vendere esclusivamente veicoli elettrici in Cina entro il 2035. Tuttavia, i costruttori cinesi lanciano nuovi veicoli con maggiore velocità riuscendo quindi a conquistare un’utenza sempre più ampia e a lasciarsi alle spalle le volontà dei costruttori europei e occidentali in genere.
Va detto che la strategia dei costruttori europei andrebbe rivista, in virtù del fatto che in Cina i prodotti “globali” probabilmente non funzionano più. Va verso questa direzione la volontà di Volkswagen di puntare verso uno sviluppo praticato direttamente in Cina; il costruttore tedesco ha già in programma l’assunzione di 2.000 sviluppatori destinati ad un nuovo centro di ricerca in Cina per accelerare il ciclo produttivo dei suoi modelli, con la parte destinata allo sviluppo dei software che guarda ad un passaggio che andrebbe dalle 400 unità attuali alle 1.200 prossime.
Il programma che ha portato la Cina ad essere leader nel comparto dei veicoli elettrici parte dai lauti finanziamenti del Governo Cinese nei confronti dei costruttori locali, quindi dalle sovvenzioni alle vendite che hanno stimolato i processi industriali e standard di emissioni divenuti via via sempre più severi. Importante è poi anche l’estesa rete di ricarica su scala nazionale. Diversi sono stati anche gli incentivi fiscali che hanno rimpolpato la domanda e anche alcune strategie utili a permettere agli utenti di preferire tali motorizzazioni; come la possibilità saltare le liste di attesa per la distribuzione delle nuove targhe. In ogni caso questa politica industriale adottata in Cina ha necessitato di un prezzo da pagare piuttosto salato. Secondo il Center for Strategic and International Studies di Washington, la Cina ha perso circa 173 miliardi di dollari per sostenere il comparto dei veicoli elettrici ed elettrificati tra il 2009 e il 2022.
Tuttavia durante i primi mesi di quest’anno, il 45% dei veicoli venduti a Shanghai erano veicoli elettrici o ibridi plug-in, secondo le stime di Volkswagen. Nelle città meno sviluppate la transizione ha subito invece un maggiore rallentamento. Va in questa direzione il dato di vendite che coinvolge BYD; il costruttore cinese, durante i primi sei mesi del 2023, ha venduto oltre 1,2 milioni di veicoli elettrici e ibridi plug-in in tutta la Cina. La forte riduzione dei prezzi ha invece fatto calare le vendite di veicoli a marchio NIO e Xpeng. Ci si attende però un consolidamento del mercato.
Va poi detto che la sfida ai costruttori europei, da parte di quelli cinesi, si gioca anche fuori casa. Durante il primo trimestre di quest’anno la Cina ha infatti superato il Giappone come maggiore esportatore di veicoli sebbene ancora tre quarti degli 1,1 milioni di vetture spedite all’estero erano ancora modelli dotati di propulsori a combustione interna.