Nel 2024, la produzione di auto globale ha totalizzato 75,5 milioni di unità: -0,5% sul 2023. Nell’UE è diminuita del 6,2%, poiché la fiducia del settore è rimasta notevolmente più debole rispetto ad altri settori manifatturieri europei. In Nord America, +3,2%, con 11,4 milioni di auto prodotte lo scorso anno. Lo dice il Report Acea, la lobby dei costruttori auto in Europa. In Sud America +1,7% rispetto al 2023, trainata dal Brasile, che ha registrato un aumento del 6,3%, producendo circa 1,9 milioni di auto.

Cina super star
La Cina, che ha registrato un robusto aumento del 5,2%, leader planetario con una quota di mercato del 35,4%, mentre la produzione in Giappone e Corea del Sud è diminuita rispettivamente dell’8,6% e dell’1,2%.

Immatricolazioni di auto: Giappone ko
Nel 2024, le vendite globali di auto (occhio, non la produzione) hanno raggiunto 74,6 milioni di unità, segnando un aumento del 2,5% rispetto al 2023. Il mercato automobilistico dell’UE è cresciuto dello 0,8% nel 2024, a 10,6 milioni di unità. In Nord America sono rimaste resilienti, con la regione che ha registrato una crescita del 3,8%. Male auto giapponesi sono diminuite del 7% nel 2024, mentre la Corea del Sud ha registrato un calo del 5,1%. Con una forte ripresa nell’ultimo trimestre del 2024, le vendite cinesi hanno raggiunto quasi 23 milioni di unità, rappresentando il 31% delle globali.

Commercio di auto
Nonostante il calo delle importazioni e delle esportazioni, sia in valore sia in volume, l’UE ha mantenuto un surplus commerciale superiore a 81 miliardi di euro nel 2024, sebbene ciò abbia rappresentato un calo del 5,9% rispetto al 2023. Nel 2024, la Cina ha mantenuto la sua posizione di principale fonte di importazioni di auto nuove dall’UE in termini di valore, rivendicando una quota di mercato del 17,2%. Mentre gli Stati Uniti sono rimasti il partner commerciale numero uno nel 2024, il valore delle esportazioni di auto prodotte nell’UE verso gli Stati Uniti è diminuito del 4,6%.

Mosca fai-da-te in autarchia
Dopo una robusta crescita nel 2023, sia la Russia sia l’Ucraina hanno continuato la loro ripresa, con la prima in crescita del 46,4% (1,5 milioni di auto addirittura) e la seconda in forte ripresa con un aumento del 12,6%. Contemporaneamente, la Turchia ha consolidato la sua traiettoria ascendente, crescendo dell’1,3%. Perché il boom di Mosca? Perché il mondo l’ha isolata per l’invasione del territorio ucraino. È autarchia: il tentativo di un governo di fare affidamento quasi solo sulle risorse interne dell’economia nazionale, per resistere all’isolamento dal resto del mondo o non dover dipendere da potenze straniere. Idem l’Unione Sovietica negli anni 1920, durante la drammatica collettivizzazione che condannò milioni di contadini ucraini alla morte per fame. Idem la hitleriana. E l’Italia fascista dal 1934. Ecco perché il Cremlino piazza dazi anti Cina sulle vetture termiche che arrivano dal Celeste Impero: vuole proteggere l’auto russa contro il Dragone.

In che contesto economico generale
Dopo un periodo di prolungata stagnazione, l’economia dell’UE è tornata a crescere nel 2024. Come previsto nelle previsioni di primavera 2024 della Commissione europea, l’espansione è proseguita a un ritmo moderato ma costante, sostenuta dall’allentamento delle pressioni inflazionistiche. Nonostante la persistente incertezza, sembrano esserci le condizioni per una moderata accelerazione della domanda interna nel 2025. In questo contesto, la Commissione europea prevede una crescita del PIL reale nel 2024 nello 0,9% nell’UE, una revisione al ribasso di 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni di primavera. Inoltre, si prevede che accelererà all’1,5% nel 2025, poiché i consumi continuano a migliorare e gli investimenti sono destinati a riprendersi. Entro il 2026, si prevede che l’attività economica si espanderà ulteriormente dell’1,8%, sostenuta dalla continua crescita della domanda. Nel frattempo, continua la traiettoria disinflazionistica iniziata alla fine del 2022. Si stima che l’inflazione complessiva nell’UE scenderà al 2,6% nel 2024, per poi scendere ulteriormente al 2,4% nel 2025 e raggiungere l’obiettivo di inflazione del due percento entro il 2026. Inoltre, si prevede che il tasso di disoccupazione diminuirà, raggiungendo il 5,9% nell’UE nel 2025, in calo rispetto al 6,1% del 2024.

Italia malissimo per la produzione
I cali più significativi nell’Europa occidentale sono stati osservati in Italia, che ha visto un calo del 43,4% della produzione (allarme rosso Stellantis), seguita da Belgio (-31,2%), Francia (-12,4%) e Svezia (-5,1%). La Germania, il più grande produttore dell’UE, ha registrato un modesto calo dello 0,4% nella produzione di automobili. Al contrario, la Spagna ha visto un aumento dello 0,7%, consolidando ulteriormente la sua posizione di secondo produttore di automobili nella regione. Nel frattempo, l’Europa centrale e orientale continua a svolgere un ruolo significativo, con la Repubblica Ceca che ha registrato un aumento del 3,5% della produzione. Al contrario, sono stati registrati cali significativi in Slovacchia (-7,6%) e Romania (-6,5%).
Ma secondo noi la Cina in Europa può rivoluzionare tutto
Con la crisi del mercato e della produzione auto europea, con l’UE orientata a fare armi anti Russia, la Cina può fare secondo noi un boom senza precedenti nel Vecchio Continente. Producendo in loco, anche per scavalcare i dazi UE sulle elettriche Made in China: vedi BYD in Ungheria.