Dopo le illusioni del Green Deal UE e le sconfitte delle Case auto nel campo elettrico innanzi allo strapotere della Cina, Bruxelles ha annunciato la prima retromarcia: se ne parlerà in Parlamento, con discussioni attorno al ban termico 2035, che traballa. Ma oltre all’UE ecco la Gran Bretagna che fa retromarcia sull’elettrico, col suo ban termico 2030. Del Piano d’azione europeo per l’auto, agli inglesi piace il nuovo schema di multe 2026 previsto da Bruxelles per i costruttori non in grado di rispettare i nuovi limiti di CO2 entrati in vigore nel 2025. In un’intervista rilasciata al Times dal ministro britannico per le Imprese e il Commercio, Jonathan Reynolds, si dice sostanzialmente che Londra potrebbe seguire l’UE nella revisione del percorso verso la transizione energetica.
Guaio Nissan
In UK, c’è Nissan nei guai. La Casa nipponica, che dà lavoro e crea indotto, con la sua fabbrica di Sunderland è uno dei più importanti produttori di automobili sul suolo britannico. Come Ford e Stellantis, il costruttore del Sol Levante ha fatto notare al governo che il più grande stabilimento inglese nel settore auto subirebbe ripercussioni dal ban termico. “Faremo tutto ciò che è in nostro potere per garantire la presenza a lungo termine della Nissan nel Regno Unito – ha detto Reynolds – assicurandoci che il quadro normativo rifletta questa intenzione. L’intero governo è convinto che non si possa compiere un progresso verso la neutralità carbonica e la transizione energetica al costo dell’industria e dei posti di lavoro britannici”.

Mandato ZEV, che disastro
In UK, c’è il cosiddetto “mandato ZEV”, che prevede una quota del 28% di elettriche nell’immatricolato di ciascun costruttore per l’anno in corso, più uno schema di sanzioni per le Case che inquinano troppo. Downing Street aveva inaugurato una fase di consultazione con la filiera dell’auto conclusasi lo scorso 18 febbraio. Oltremanica, in arrivo più flessibilità, secondo lo stesso schema del calcolo pluriennale richiesto dall’Acea (lobby aziende auto in Europa) e accolto dalla Commissione presieduta da Von der Leyen: se nel 2025 la Casa non ce la fa, può recuperare nel 2026. La sfida è enorme comunque, visto che i cinesi sono imbattibili con l’elettrico e con le termiche ibride a benzina plug-in.
Siamo solo all’inizio
Sotto il profilo politico, gli attuali gruppi di potere preferiscono evitare di raccontare la verità nuda e criuda: il flop dell’elettrico in Europa. Ci si avvicina per tappe, con giri di parole tipici di chi non intende perdere ulteriore consenso elettorale. Ma il futuro è segnato: prima o poi qualcuno dovrà armarsi di un minimo di coraggio e annunciare la cancellazione totale del ban termico, basato su ideologie green del tutto prive di fondamento, che non tengono conto di quanto le batterie nel ciclo vita inquinino. Senza considerare che l’impatto del Vecchio Continente sulla CO2 plenetaria è irrisorio.