L’auto elettrica distrugge tutto in Europa: ora Volkswagen straccia il contratto coi sindacati (IG Metall). Qualcosa che non s’era mai visto: il costruttore di Wolfsburg ha inviato la lettera di disdetta di diversi contratti collettivi, tra cui l’accordo che prevede esplicitamente la salvaguardia dei posti di lavoro e delle fabbriche tedesche fino al 2029. L’intesa era in vigore dal 1994, rinnovata più volte negli ultimi 30 anni: da qui indietro non si torna. Non c’è spazio per ricucire nelle relazioni sindacali. Daniela Cavallo, presidente del consiglio di fabbrica generale e membro del consiglio di sorveglianza del colosso tedesco, avverte: “Ci difenderemo con fermezza da questo storico attacco ai nostri posti di lavoro. Con noi non ci saranno esuberi”. Thorsten Gröger, direttore distrettuale e capo negoziatore dell’IG Metall, è una furia: promette un autunno caldo, scioperi, manifestazioni di protesta.
Sforbiciate in vista
Volkswagen può pianificare i tagli. Ci sono fabbriche in bilico. Da Wolfsburg, il responsabile delle risorse umane, Gunnar Kilian, dice che l’azienda è stata costretta a rescindere i contratti a causa delle attuali sfide economiche. L’accordo scadrà alla fine del 2024. Da metà 2025, se vorrà, VW potrà procedere con i primi licenziamenti. Cancellati ulteriori accordi sindacali: ora, zero garanzie a favore dei tirocinanti. Niente regole per i contratti di lavoro temporaneo.
Nuovo accordo?
La direzione vuole negoziare un nuovo accordo nel più breve lasso di tempo, entro giugno 2025. “Questo periodo ci darà l’opportunità di lavorare con i rappresentanti dei lavoratori per trovare soluzioni su come rendere Volkswagen competitiva e pronta per il futuro a lungo termine“, evidenzia Kilian.
VW rastrellerà liquidità, taglierà tantissimo, spererà che l’alleanza con Rivian funzioni, punterà sulle batterie a stato solido di Quantum Scape. Target: combattere i cinesi nel settore auto elettriche.
Inferno auto elettrica
L’obiettivo principale di VW è il suo marchio di autovetture omonimo con prestazioni inferiori, i cui margini di profitto vengono compressi in mezzo a una transizione a scatti verso i veicoli elettrici e un rallentamento della spesa dei consumatori. Anche altre Case automobilistiche in Europa stanno lottando per competere con Tesla e i nuovi entranti dalla Cina guidati da BYD. I tagli alla VW sono più difficili da far passare rispetto ad altre aziende. Metà dei seggi nel consiglio di sorveglianza dell’azienda sono occupati da rappresentanti dei lavoratori e lo Stato tedesco della Bassa Sassonia, che possiede una quota del 20 percento, spesso si schiera con gli organismi sindacali. VW impiega quasi 300.000 persone in Germania. I piani potrebbero comportare costi aggiuntivi non intenzionali per l’azienda di quasi un miliardo di euro. La fine delle garanzie innescherebbe salari più alti in base ai precedenti patti di contrattazione collettiva. La tempesta perfetta.
Tre possibili errori dei Gruppi auto
Quando l’Ue ha deciso il bando termico 2035, i Gruppi auto non si sono opposti alla politica. Perché? Forse, pensavano che dall’elettrico avrebbero fatto guadagni astronomici. O ritenevano che i cinesi fossero deboli. Oppure reputavano che la Commissione Ue tornasse indietro alle prime avvisaglie di crisi. Invece, tutto confermato. Bisogna vedere la reazione della Germania (nazione disperata per la follia green dell’auto elettrica) di fronte alla protesta degli operai, alla disoccupazione, alla gente affamata in ogni senso. Intanto, qualcuno dell’Ue dice che le Case sono state incapaci: dai costruttori, zero reazioni. Un errore anche sotto il profilo della comunicazione e della tutela dell’immagine. Qualcuno diceva che l’elettrico avrebbe creato lavoro: ora s’è nascosto. Anche nei social, è silente.