Spettacolosa vittoria del funambolico e istrionico Elon Musk, andato in Cina a furoreggiare: guida autonoma Tesla grazie a Baidu nel Paese del Dragone. Ossia nel maggior mercato automobilistico del globo terracqueo intero, con potenzialità immense. L’imprenditore ha in mano il prezioso ok di Pechino per introdurre nella nazione della Grande Muraglia il sistema di guida autonoma noto come FSD (Full Self-Driving). Grazie a Badu, gigante nel campo dei motori di ricerca. L’azienda texana accederà ai servizi di geolocalizzazione e navigazione di Baidu. Pertanto, raccoglierà dati e informazioni sensibili. Questa è la chiave per abilitare e supportare il Full Self-Driving. Più il “cervellone” ha informazioni nell’immenso database, più riesce a condurre da sé in sicurezza le vetture. Nel rispetto della privacy di automobilisti e cittadini.
Guida autonoma Tesla pronta a fare breccia
D’altronde, i numeri sono chiari: stando a stime recenti, la guida autonoma di livello 3 e superiore sarà sul 56% delle macchine vendute in Cina entro il 2030. Per questo Musk vuole invadere il settore. Non per niente, dal 2020 Tesla utilizza le mappe di Baidu. Ovvio che non tutto sia “gratuito”. Per avere l’ok da Pechino, la Casa statunitense ha dovuto dire sì a diverse richieste. Stando a indiscrezioni, serve il riconoscimento facciale di tutti gli occupanti: guidatore più passeggeri. Se il sistema non capisce chi c’è a bordo, la macchina non parte. Qualora fosse necessario, lo stesso sistema blocca le portiere e va da sé autonomamente e senza necessità di avviso fino a un commissariato di polizia cinese. Clausole che potrebbero sollevare polemiche. Bisogna vedere il livello di protezione dei dati, e di conservazione degli stessi. Non incide tanto la mole e la qualità, ma anche il lucchetto che il produttore texano ci piazza sopra.
Tecnologia sotto esame
Come sempre per queste tecnologie, la guida autonoma Tesla è sotto esame. Alcuni guidatori hanno causato incidenti: si sono distratti o addormentati. O stavano dormendo al volante. Cosa non permessa. C’è chi invece mette sotto accusa questi Adas, reputandoli pericolosi. In attesa di sentenza ufficiali e definitive da parte di organi competenti che indagano sui sinistri mortali.