Tre case europee rischiano grosso a causa dei dazi di Trump

Dario Marchetti Autore
I gruppi in questione sono Stellantis, Volkswage e Volvo: andiamo a vedere perché
Donald Trump dazi

La situazione del mercato automobilistico è molto complicata, in particolare in Europa e negli Stati Uniti. Se il 2024 si è chiuso con numeri inferiori al previsto e in calo, il 2025 potrebbe proseguire sulla stessa falsariga, nonostante gli squilli di tromba scanditi da alcuni studi. A rendere la situazione molto complicata sono anche le decisioni politiche prese da UE e Casa Bianca, che invece di semplificare la vita a case e consumatori, tende a renderla sempre più irta di ostacoli. E proprio le case potrebbero essere nuovamente colpite con forza da quanto sta accadendo. In particolare, ce ne sono tre che potrebbero risentire in maniera più forte delle altre di quanto sta accadendo. Andiamo a vedere quali.

I dazi di Donald Trump rischiano di far molto male a tre case automobilistiche

Le auto elettriche stanno vendendo volumi molto inferiori a quanto previsto. A zavorrare le vendite una serie di fattori di non poco conto, a partire dai prezzi ancora troppo elevati per favorirne la diffusione presso le case popolari. Ora, peraltro, negli Stati Uniti la situazione rischia di peggiorare ulteriormente, a causa delle politiche ventilate dal nuovo inquilino della Casa Bianca, Donald Trump.

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In particolare, a preoccupare gli osservatori sono due provvedimenti ormai in fase di studio: l’eliminazione del credito d’imposta a favore di chi acquista un veicolo elettrico e i nuovi dazi preannunciati dal POTUS a carico di chi prova a importare veicoli negli Stati Uniti.

In pratica, chi non produce le proprie auto all’interno degli Stati Uniti potrebbe presto trovarsi di fronte un muro commerciale vero e proprio, tale da rendere improponibile o quasi la vendita delle stesse lungo il territorio federale. Un dato di fatto il quale sta provocando non poca preoccupazione presso il settore automobilistico globale.

E sono in particolare i produttori europei a guardare con aperto timore al menù che Trump si prepara a servire al loro tavolo. Stando a quanto riferito dall’agenzia di rating Moody’s, Stellantis, il Gruppo Volkswagen e Volvo sono i marchi automobilistici europei più vulnerabili alle minacce tariffarie del presidente Trump sulle auto esportate da Messico, Canada ed Europa negli Stati Uniti. A renderli tali il fatto che siano i marchi che producono di più fuori dai confini degli Stati Uniti.

Perché i dazi di Trump sono così pericolosi?

I nuovi piani tariffari proposti da Trump porterebbero all’imposizione di una nuova tassa d’ingresso pari al 25% su tutti i veicoli che sono prodotti in questo momento in Messico e Canada. Se fanno parte di un pacchetto che mira a fare pressioni sui due Paesi affinché contrastino l’immigrazione clandestina verso gli USA, i loro effetti si andrebbero a ripercuotere alla stregua di un colpo di maglio sull’industria automobilistica.

Alcuni grandi gruppi, per le loro importazioni statunitensi, dipendono proprio dai siti produttivi di Messico e Canada. In particolare, gli stabilimenti messicani sono quelli che permettono loro di produrre veicoli a basso costo che se costruiti negli USA costerebbero molto di più. L’esempio più lampante, in tal senso, è rappresentato dalla Golf, che a seguito degli accordi coi sindacati tedeschi sarà ora prodotta esclusivamente in Messico.

Occorre peraltro sottolineare che Stellantis, Volkswagen e Volvo hanno impiegato molti anni per riuscire a formare la loro una rete di produzione e fornitura negli Stati Uniti attraverso i paesi vicini. I nuovi dazi potrebbe costringerle a dirottare la loro produzione verso di essi, con un processo non solo lento, ma anche costoso. Pericoloso in un momento come quello vissuto attualmente dal mercato globale.

Alcuni analisti sono scettici sulla loro attuazione

Il cambiamento in atto, andrebbe ad aggravare le sfide che i produttori stanno già affrontando a causa del calo delle vendite in Cina. Cui si mixano le consistenti multe previste nell’eurozona per lo sforamento dei limiti sulle emissioni di CO2.

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Non pochi analisti, però, si mostrano scettici sulla reale possibilità che i dazi di Trump possano essere realmente implementati. In particolare, è stata Goldman Sachs a informare i suoi clienti che le probabilità che Trump imponga dazi sui prodotti esportati dal Messico e dal Canada navigano intorno al 5%.

A spingerne gli analisti in tale direzione alcuni episodi analoghi terminati con un vero e proprio bluff, come nel 2019, quando il tycoon minacciò il Messico senza poi procedere. Nonostante ciò, le preoccupazioni sono ancora molto forti. Occorrerà capire se anche in questo caso la nuova amministrazione USA si sia semplicemente fatta prendere la mano dall’entusiasmo o sia realmente intenzionata a urtarsi con il resto del mondo.

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