I comportamenti preoccupanti dei giovani alla guida sono sempre più all’ordine del giorno. E, probabilmente, a poco servirà l’inasprimento, pur giusto, delle sanzioni nei confronti di chi reitera comportamenti che mettono a serio rischio non solo la propria persona, ma anche gli altri. Un inasprimento previsto dall’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada che sta del resto già provocando forti polemiche.
A confermare l’assunto è ora un’indagine condotta dall’Osservatorio “Non chiudere gli Occhi”, promossa da Skuola.net e Autostrade per l’Italia, dalla quale scaturisce un rilievo ben preciso: alla radice dei comportamenti rischiosi da loro assunti quando si pongono alla guida c’è una evidente sottovalutazione del pericolo. Pur non avendo, quindi, una consapevole intenzione di danneggiare, il pericolo di farlo è sempre dietro l’angolo.
Il rapporto di cui stiamo parlando è il risultato di un’indagine che coinvolto 2.124 ragazzi tra i 16 e i 25 anni, dalle cui interviste è emerso come quasi il 20% di loro abbia causato incidenti a causa di distrazione. Mentre quattro su cinque hanno invece accettato un passaggio ad opera di un conducente sotto in stato di alterazione causato dall’utilizzo o dall’abuso di sostanze. Con solo il 22% di loro che ha invece provato a dissuadere il conducente dal mettersi alla guida in uno stato pericoloso per sé stesso e gli altri.
Tra le nuove generazioni, inoltre, la guida spericolata continua ad essere una prassi comune, spinta dalla distrazione, dall’attitudine alle velocità elevate, dalla stanchezza o dall’utilizzo di sostanze. Il 18%, ad esempio, ha ammesso di di guidare dopo aver bevuto alcool o consumato sostanze psicotrope. Un comportamento del resto influenzato in maniera significativa dal pessimo esempio fornito dagli adulti.
Per quanto concerne la distrazione alla guida, deriva in particolar modo dall’uso del cellulare. Uno su cinque lo usa, ad esempio, senza i dispositivi di supporto, esponendosi a grandi rischi e facendo altrettanto con gli altri utenti della strada.
Estremamente preoccupanti anche i dati relativi al superamento dei limiti di velocità, pratica ammessa dal 39%, e al mettersi in viaggio nonostante lo stato di stanchezza (66%). Si tratta, in definitiva, di comportamenti tali da spiegare in parte l’alto tasso di incidenti tra i giovani, il quale è aumentato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Una situazione in continuo peggioramento
Basta in effetti vedere i dati del 2024, per notare come il comportamento alla guida tra i giovani tenda a peggiorare in maniera sensibile. Per quanto riguarda la velocità eccessiva, infatti, un anno prima il dato era inferiore di undici punti percentuali.
Da sottolineare come solo il 64% dichiari di rispettare costantemente le norme di sicurezza, ad esempio indossare il casco di protezione alla guida di un motoveicolo o allacciare le cinture all’interno di una macchina. Un anno fa tale si era attestato all’81%, evidenziando il forte degrado della situazione. A spiegare questa noncuranza potrebbe essere la mancanza di informazioni sui rischi reali collegati ai comportamenti scorretti, su cui forse si dovrebbe riflettere maggiormente a livello istituzionale, al di là della questione delle sanzioni su cui si sta dibattendo molto dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice della Strada, il passato 14 dicembre.
In tal senso i dati sono impietosi. Soltanto il 18% dei giovani ha avuto modo di relazionarsi con l’educazione stradale in modo regolare a scuola, e un altro 33% solo una volta. Proprio in questo ambito c’è comunque un piccolo segnale che mostra una timida inversione di tendenza: un anno fa il dato si era addirittura fermato al 14%.
Tra i progetti che hanno contribuito in tal senso, spicca “Non chiudere gli occhi”, messo in campo da Autostrade per l’Italia. Il programma ha coinvolto oltre 19mila studenti e si propone di sensibilizzare i giovani sulla sicurezza stradale, facendo leva su attività educative e incontri con esperti. Alla luce dei dati emersi dall’indagine, sarebbe il caso di dare vita a più iniziative come questa.