Toyota: un terzo della produzione sarà BEV entro il 2030, ma…

M Magarini
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La crisi climatica è reale e correre verso un futuro di soli veicoli elettrici a batteria (BEV) non è nel migliore interesse del pianeta. Ad affermarlo con ferma convinzione è il numero uno del Toyota Research Institute, Gill Pratt.

Toyota: un terzo della produzione sarà BEV entro la fine del decennio, ma non si sbarrano i cancelli a soluzioni alternative

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Intervistato da AutoCar, l’importante membro del colosso dei motori invita alla prudenza. Non esprime parole di chiusura verso gli EV. Per alcune persone la batteria elettrica costituisce la soluzione migliore e lo accetta. Ma una ricerca indipendente suggerisce che il concetto non è universale. Le batterie agli ioni di litio – prosegue ai microfoni di AutoCar – non sono prive di conseguenze. Sono realizzate con materiali rari ed estratti – mentre un motore è ottenuto con elementi decisamente più comuni – e pesano parecchio.

Inoltre, il mix energetico della rete varia in ogni parte del pianeta. Tirare conclusioni assolute risulterebbe deleterio e poi allo stato attuale i PHEV sono nella prevalenza dei casi la scelta giusta. Certo, hanno delle zone d’ombra, ma le batterie possono essere sfruttate al massimo delle loro potenzialità e non sussiste “l’ansia da autonomia”, chiarisce il CEO del Toyota Research Institute. Forniscono una risposta in grado di indurre le persone verso mezzi meno impattanti sull’ambiente, anziché costringerle a sospendere la transizione perché colti da preoccupazioni.

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Ciò con cui Pratt ha un problema è l’idea di perseguire una singola strada, di obbligarne l’adozione a prescindere. L’idea corretta non è data da una sola tecnologia, o perlomeno oggi non hanno i mezzi per affermarlo con certezza. Toyota ha comunque obiettivi ambiziosi in merito ai BEV, tanto che andranno a formare circa un terzo della produzione complessiva entro il 2030.

Ma allo stesso tempo – conclude Pratt – credono che circostanze differenti richiedano soluzioni differenti. A tal proposito, l’impegno del gruppo nipponico sull’idrogeno è conclamato e nei prossimi anni si cercherà di risolvere le relative criticità. In caso di successo, il vantaggio competitivo sulle rivali non sarebbe indifferente.

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