Ogni anno, Brand Finance, leader globale nella consulenza per la valutazione dei marchi, analizza oltre 5.000 dei più grandi brand al mondo, stilando più di 100 report che classificano marchi in diversi settori e paesi. Tuttavia, il report più atteso è senza dubbio il Brand Finance Global 500, che elenca i 500 marchi più preziosi e influenti a livello globale.
Nel 2023, Tesla aveva impressionato il mercato conquistando un posto nella top 10, superando giganti come Toyota e Mercedes-Benz. Ma la gloria è stata di breve durata. All’arrivo del 2025, la casa automobilistica di Elon Musk è scivolata al 36esimo posto nella classifica generale, segnando un calo significativo rispetto alla nona posizione di due anni fa.
Secondo gli esperti di Brand Finance, le ragioni di questo declino sono evidenti, tra cui la crescente competizione nel mercato cinese, dominato da BYD, che ha superato Tesla come principale produttore di veicoli elettrici, e l’immagine controversa di Elon Musk, che continua a influenzare negativamente la percezione del brand.
Nonostante il calo di Tesla, Toyota si conferma come il marchio automobilistico più prezioso, salendo al 18° posto globale. Seguono Mercedes-Benz (23°, in discesa dal 17°), Hyundai Group (29°, in forte crescita dal 41°), e Tesla (36°), appena davanti a BMW (37°) e Porsche (40°). Altri marchi di rilievo includono Volkswagen (61°), Honda (70°) e Ford (86°), che completano la lista dei costruttori automobilistici tra i primi 100.
Guardando al panorama generale, il valore complessivo dei 500 brand più forti del pianeta è cresciuto del 10% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 9,5 trilioni di dollari, superando di gran lunga il tasso di crescita economica globale del 3%.
In testa alla classifica dei brand rimane Apple, valutata a 574,5 miliardi di dollari, seguita da Microsoft (461 miliardi), Google (413 miliardi), Amazon (356,4 miliardi) e Walmart (137,2 miliardi). A livello geografico, gli Stati Uniti dominano la scena con 193 marchi nella top 500, seguiti da Cina (69) e Germania (27), sottolineando il ruolo cruciale dell’economia americana nella definizione del valore globale dei brand.