La Lancia Fulvia rappresenta un vero e proprio pezzo di storia del nostro Paese, e non solo di quella automobilistica. Si tratta di una sorta di mito generazionale, venendo strettamente legata all’Italia del boom economico, ovvero di un Paese che tornava al proscenio mondiale dopo le distruzioni della Seconda Guerra Mondiale, affacciandosi con rinnovata fiducia al futuro.
Quell’auto fu prodotta tra il 1963 e il 1976, facendo da contraltare ad un altro modello ormai entrato nella leggenda, l’Alfa Romeo Giulia. Dopo di allora, però, ha lasciato un vero e proprio vuoto, in mancanza di eredi, se si fa eccezione per la Fulvia Coupé Concept, un prototipo che dopo essere stato presentato nel 2003 tale è rimasto. Anche a causa di una serie di colli di bottiglia reputati all’epoca insuperabili, tra cui gli elevati costi di produzione e la difficoltà di replicarne l’originario successo commerciale incerto. Ora, però, il suo nome torna ad aleggiare con una certa insistenza, Andiamo a vedere perché.
Torna la mitica Lancia Fulvia?
La storia dell’automotive è una sorta di fiume carsico. Modelli che all’improvviso scompaiono, scorrono a lungo nel sottosuolo prima di riemergere in superficie. Ed è proprio quello che sta accadendo alla Lancia Fulvia, almeno stando ad alcuni indizi che sono stati interpretati in tal senso da più parti.
![Lancia Fulvia](https://www.motorisumotori.it/wp-content/uploads/2025/02/Lancia-Fulvia-1.jpg)
Il primo dei quali è rappresentato dal fatto che alla fine del mese di gennaio Stellantis ha provveduto a registrare proprio il nome Fulvia presso l’ufficio brevetti europeo. Occorre a questo punto sottolineare che una registrazione di questo genere non comporta automaticamente il lancio di un nuovo (vecchio in questo caso) modello. Tra i possibili motivi di questo atto, ad esempio, ci può essere la volontà di impedire che un nome importante possa essere sfruttato commercialmente dalla concorrenza.
A questa prima traccia, però, si può aggiungere una considerazione, quella relativa al piano che è stato comunicato proprio dalla casa. Il quale si ferma in pratica al 2029, in corrispondenza con il debutto della nuova Delta. Da un lato si può affermare che si tratta di una sorta di atto dovuto, considerato come si sia ancora in attesa del nuovo CEO in sostituzione di Carlos Tavares. Un piano industriale disegnato nel bel mezzo di un vuoto di potere rappresenta in fondo un rischio notevole. Dall’altro, si può interpretare il tutto alla stregua di un mettere le mani aventi da parte di Stellantis. In attesa di decidere cosa fare.
Come potrebbe essere la nuova Fulvia?
Il fatto che Stellantis abbia blindato il nome Fulvia, ha naturalmente spinto molti osservatori ad avanzare ipotesi sul suo possibile utilizzo. Che potrebbe avvenire, ad esempio, con il varo di una piccola coupé sportiva o per una berlina compatta, cui spetterebbe un posizionamento sotto la nuova Gamma, messa in cantiere per il 2026. La prima opzione è al momento giudicata improbabile, in considerazione dei rischi comportati dal suo inserimento in una nicchia caratterizzata da vendite non proprio significative.
![Lancia Fulvia](https://www.motorisumotori.it/wp-content/uploads/2025/02/Lancia-Fulvia-2.jpg)
Altri fanno invece notare che l’utilizzazione di nomi storici di rilievo è un’abitudine ormai invalsa, per la creazione di prodotti unici. L’esempio più lampante è quello dell’Alfa Romeo 33 Stradale, prodotta appunto in 33 esemplari con un prezzo a partire da due milioni di euro. Operazione che ha un significato non tanto sotto il profilo economico quanto da un punto di vista promozionale. Che nel caso in oggetto era quello di ricordare all’opinione pubblica il valore storico della casa del biscione.
Naturalmente, siamo per ora nel campo delle semplici ipotesi e, di conseguenza, non ci sono basi precise in grado di fornire indicazioni. Un’operazione promozionale di questo genere, però, potrebbe aver senso proprio per la Lancia, marchio che si appresta a varcare di nuovo i confini nazionali con il lancio della nuova Ypsilon. La nuova Fulvia potrebbe in effetti fungere da traino, facendo di nuovo parlare di una casa che ha ricoperto un ruolo estremamente importante nel passato automobilistico italiano. E questo, in fondo, è proprio il motivo delle voci che tornano a circolare in queste ore.