Tesla: “Le gigafactory di Berline e Austin stanno perdendo miliardi”

M Magarini
Tesla logo

L’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, ha riconosciuto che le fabbriche della Casa automobilistica in Texas e Berlino ne stanno dissanguando le casse. Durante un recente colloquio con il club Tesla Owners della Silicon Valley, il magnate ha evidenziato come due stabilimenti stiano perdendo miliardi di dollari.

Sia le fabbriche di Berlino sia quelle di Austin non sono al momento dei modelli di autosostenibilità economica. Stando alle parole di Musk, la gigafactory di Tesla in Texas sta attualmente producendo solo un “piccolo” numero di veicoli a causa di problemi riscontrati dalla società nell’aumentare la produzione delle sue 4680 celle della batteria.

Tesla: risoluzione dei problemi prevista in tempi stretti

musk tesla

Ha, inoltre, rivelato che molti degli strumenti necessari per realizzare le sue 2170 celle della batteria sono bloccati in un porto cinese. Non vuole nemmeno drammatizzare la situazione. Perché si risolverà tutto in tempi davvero rapidi. Ma occorre prestare attenzione e mettere più impegno per condurre la struttura a una produzione ad alto volume di quelli sostenuto per costruirla, ha dichiarato il tycoon sudafricano.

Come il resto dell’industria automotive, Tesla ha dovuto superare una miriade di sfide della catena di approvvigionamento negli ultimi due anni e sebbene abbia riportato meno danni rispetto ad alcune rivali, per stessa ammissione di Musk sono stati 24 mesi impegnativi.

Logo Tesla

Gli ultimi due anni sono stati un vero incubo di interruzioni della catena di approvvigionamento, una disavventura dietro l’altra, e non ne sono ancora usciti, ha aggiunto Musk secondo l’autorevole testata Bloomberg. La principale preoccupazione riguarda il come mantenere in funzione le fabbriche in modo da poter pagare le persone e non andare in bancarotta.

Le chiusure Covid in Cina sono state molto, molto difficili da incassare, per non dire di peggio, ha poi concluso. Tesla sta cercando di ridurre i costi tagliando il 10% della sua forza lavoro nei prossimi tre mesi. La Casa automobilistica passerà anche qualche lavoratore dal salario fisso alle tariffe orarie. Lo sfoltimento del personale andrà a colpire esclusivamente la manodopera, non le altre figure presenti in azienda.

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