Tesla, il Cybertruck sarà proposto anche sul mercato cinese: è la mossa della disperazione?

Dario Marchetti Autore
Nel gigante asiatico il pick-up di Elon Musk non potrà comunque essere oggetto di grande diffusione
Tesla Cybertruck

Il Cybertruck è uno degli autoveicoli più popolari a livello globale, anche se al momento circola esclusivamente sulle strade degli Stati Uniti. Quando Elon Musk lo presentò pubblicamente, cinque anni fa, molti mostrarono aperto scetticismo sul fatto che un giorno sarebbe entrato in produzione. Eppure è ormai un anno che circola, destando grande attenzione mediatica.

Ora, però, per il pick-up sembra arrivato il momento di varcare la frontiera e avventurarsi in altri mercati. A partire dal più grande a livello mondiale, quello cinese. Ha infatti appena completato il processo di approvazione necessario nel gigante asiatico per la commercializzazione di un modello. E proprio l’eventualità che venga presto venduto in Cina sta sollevando una domanda di non poco conto: per Tesla si tratta di una manovra logica o disperata?

Cybertruck: le sue caratteristiche lo rendono difficile da esportare

A causa delle sue caratteristiche, il Cybertruck è molto difficile da vendere al di fuori del Nord America. In particolare, sono le sue enormi dimensioni a prospettare seri problemi di traffico sulle strade comuni e nelle città d’Europa. E, in effetti, nonostante le polemiche destate dalla sua approvazione nella Repubblica Ceca, la casa californiana ha escluso sin dal primo momento la possibilità di esportarlo sul mercato del vecchio continente. Anche perché l’omologazione sarebbe molto complicata a causa dei problemi di sicurezza e di peso.

Tesla Cybertruck

Al di fuori dei canali ufficiali, del resto, è praticamente impossibile, oltre che irragionevole, acquisire il famoso pick-up di Elon Musk. Quindi, l’Europa non è ipotesi praticabile per il mostro di Tesla, come è stato definito da alcune ONG che si occupano di sicurezza automobilistica all’interno dell’eurozona.

Anche negli Stati Uniti, però, le cose stanno andando diversamente da quanto previsto. Nel corso dei suoi quattro lunghi anni di sviluppo, Tesla non ha fatto altro che ricevere richieste di prenotazione. Si stima che più di un milione di clienti ne abbiano prenotato un esemplare. E, in effetti, nei primi mesi dalla registrazione i ritmi di lavoro erano frenetici, per tenere dietro agli ordini.

Ora non è più così. La fabbrica in cui viene prodotto, infatti, ha dovuto chiudere per tre giorni a causa della mancanza di ordini. E anche i tempi di consegna sono stati ridotti, suggerendo l’ipotesi che le scorte superino la domanda. Una situazione tale da rendere praticamente incessanti le voci sulla crisi del Cybertruck, cui si aggiungono gli evidenti problemi meccanici. In questo quadro, l’apertura alla Cina potrebbe fornire nuovo slancio al progetto. Ma è realmente così?

Cina sì, ma una diffusione massiccia è da scartare

Occorre sottolineare che Tesla non ha bisogno del Cybertruck per fare soldi, almeno stando a quanto emerge dai suoi conti. Lo sviluppo e la produzione sono però costati centinaia di milioni di dollari. Per un breve periodo il camion elettrico è stato redditizio, ma con il calo degli ordini i conti del Cybertruck sono di nuovo in rosso. E non sarà certo la Cina a riportarli in attivo.

Tesla Cybertruck

Come rivelato dal MIIT, il Ministero dell’Industria e dell’Informazione, cui spetta l’incarico di omologare tutti i veicoli che circolano lungo le arterie stradali del gigante asiatico, il Cybertruck ha completato le procedure di accreditamento per essere disponibile sul mercato locale. Nonostante ciò, Tesla non ha ancora dichiarato se tale ipotesi si tradurrà in realtà.

Occorre peraltro sottolineare come in Cina i camioncini non siano considerati veicoli passeggeri, ma rientrano nella categoria dell’industria leggera. Di conseguenza, il loro utilizzo è condizionato dalle normative ad essi applicabili. Una particolarità tale da impedire praticamente al Cybertruck di essere adottato in maniera ampia.

Per quanto concerne i dati pubblicati dal MIIT, indicano comunque che l’autonomia ufficiale è di 618 chilometri (ciclo CLTC). Il peso a vuoto raggiunge i 3.104 chilogrammi e il costo di esercizio stimato è inferiore a 2 euro per 100 chilometri. Infine, l’agenzia ha considerato che l’autonomia del Cybertruck diminuisce del 15% in ambienti ad alta temperatura e fino al 40% quando le stesse scendono.

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