Il mercato delle auto elettriche ha conosciuto una forte diffusione negli ultimi anni, soprattutto in certe parti del mondo. Con nuovi attori pronti a entrare in scena e i produttori intenti a contendersi delle rilevanti quote di mercato, la guerra dei prezzi costituisce un elemento chiave del servizio. Ce lo insegna soprattutto Tesla, capace di dare una decisa sforbiciata ai prezzi di listino dei propri modelli. Grazie all’ottimo operato svolto dall’azienda statunitense, nel 2023 la clientela europea e mondiale ne ha decretato il successo. Il caso più esemplare è costituito, senza se e senza ma, dalla Model Y, la prima BEV a chiudere l’anno in testa alle classifiche di vendita nel Vecchio Continente.
Evidentemente, i tempi sono cambiati e per tale ragione le rivali tentano di seguirne i passi. Persino Volkswagen, tra le più acerrime contestatrici della politica agli inizi, si è piegata al giogo. Nelle scorse settimane, il gruppo tedesco ha, infatti, disposto una decisa riduzione dei prezzi delle proprie vetture elettriche, differenziandoli in base al territorio di riferimento. Il fiasco di veicoli come la ID.3 ha condotto a un cambio di passo. Nel mentre, altre potenze delle quattro ruote cercano alleati, tipo Stellantis. Il conglomerato italo-franco-americano ha, infatti, sottoscritto un’intesa con la cinese Leapmotor, che le permetterà di avere accesso a un vasto bagaglio di competenze.
Tesla: le prospettiva della guerra dei prezzi
Ora, però, la domanda da porsi è un’altra: Tesla saprà proseguire sulla stessa linea anche nel 2024? Stando alle prime manovre, sembrerebbe proprio di sì. Infatti, sia la Model 3 sia la Model Y, entrambi fabbricate in territorio cinese presso la Giga Shanghai, hanno ricevuto un ulteriore “sconto” negli Stati Uniti.
Tali manovre le permettono di guadagnare una rilevante fetta di mercato. D’altro canto, inducono a sollevare alcuni interrogativi. Nello specifico, la guerra dei prezzi rischia di condurre a una riduzione dei margini di profitto per i produttori di BEV. Quel tasto dolente toccato dal numero uno di Stellantis, Carlos Tavares, durante gli incontri con la stampa.
Sul fronte opposto, nemmeno le vetture a combustione interna sembrano avere un luminoso futuro davanti. Oltre alle direttive della classe politica, allarmano una serie di fattori, tra cui l’aumento del costo del carburante e le crescenti preoccupazioni per l’ambiente. Nel caso in cui la riduzione dei costi vada avanti, sarebbe plausibile che le BEV potrebbero attirare un bacino di pubblico più ampio, soprattutto in quei Paesi, tipo la nostra “povera” Italia, dove il reddito medio non è poi così elevato. Intanto, un’agguerrita concorrente si aggiunge alla schiera di veicoli green low-cost, vale a dire la Citroen e-C3, disponibile a 25.000 euro, che avrà persino una variante entry-level da 20.000 euro nel 2025.