Prima sì, poi forse, infine no e chissà: è la storia (da governo di sinistra) delle nuove accise in Italia col governo di destra Meloni. “Si ricorda inoltre che l’altro intervento previsto di riduzione dei Sad, e più consistente dal lato delle risorse, ovvero l’allineamento tra le aliquote di accise del gasolio e della benzina, non è presente nel disegno di legge di bilancio”: così la Corte dei Conti, i cui rappresentanti sono stati ascoltati dalle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla manovra. Ma il mese scorso, in occasione del ciclo di audizioni sul Piano strutturale di bilancio, i magistrati si erano espressi a favore dell’aumento dell’accisa sul gasolio. Ora, ecco l’assenza della misura di allineamento delle aliquote.
Colpa mia, no tua
Le accise fanno perdere voti, consenso elettorale, simpatia. E allora, dopo la catastrofe dell’annuncio di un aumento delle tasse sul diesel col disegno di legge, dopo l’opinione della Corte dei conti, tutto è sparito. Potrebbe magicamente comparire nella sessione di bilancio, magari con un emendamento notturno di una manina misteriosa. O col decreto fiscale, o col decreto accise.
No, non è a saldo zero
Si ipotizza questo, magari in futuro con emendamento o decretino: più un centesimo l’anno dell’aliquota sul gasolio, e meno un centesimo l’anno dell’aliquota benzina, per cinque anni consecutivi. Obiettivo teorico: saldo zero.
Col cavolo che è saldo zero. Un surplus di gettito ci sarà. Si viaggia di più col diesel: passeggeri e merci. Infatti, l’Italia è legata a doppio filo con l’Ue. Ossia alla revisione del Piano di rilancio adottata sulla base del piano RepowerEU lo scorso anno: il ministero dell’Ambiente dovrà pubblicare un rapporto sui Sad (Sussidi ambientali dannosi) entro la fine del 2024. Entro la fine del 2025, dovrà indicare due miliardi di Sad da tagliare entro il 2026; e ulteriori 3,5 miliardi da decurtare entro il 2030. Deve. L’Italia è nell’Ue. Al solito, come per l’auto elettrica: o segue Bruxelles come membro aderente all’Unione; o se ne va e fa quel che vuole, come la Gran Bretagna. Ma la via di mezzo, la terza via, non esiste. Qualora l’Italia disobbedisse, verrebbe punita. Siamo già sotto schiaffo per mille ragioni, dallo smog ai rifiuti: ci arriverebbe sul collo anche la spada di Damocle della multa per i Sad.
La situazione drammatica oggi e domani
Oggi, solo il Regno Unito in Europa ha l’aliquota più alta sul gasolio. Siamo pertanto primi in Ue. Aumentando la tassa sul diesel, saremmo medaglia d’oro ovunque. Gli imbattibili.