Tavares: “Maserati resta di Stellantis”. Ma i sindacati hanno paura

Ippolito Visconti Autore News Auto
Basta illazioni su Maserati: va male e allora Stellantis potrebbere vendere il marchio. Indiscrezioni nate dopo le parole del capo del Gruppo, Tavares.
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Basta illazioni su Maserati: va male e allora Stellantis potrebbe vendere il marchio. Indiscrezioni nate dopo le parole del capo del Gruppo, Tavares, secondo cui se un brand non fa soldi allora va chiuso. Così il manager portoghese nega qualsiasi ipotesi di vendita o dismissione del Tridente scrivendo al segretario generale della Uilm, Rocco Palombella. Tutto nasce da una missiva di questi a John Elkann per esprimere i propri timori riguardo al marchio emiliano. Palombella nella sua lettera aveva fatto presente la chiusura della fabbrica di Grugliasco, la dismissione dell’Innovation Lab di Modena, lo stop alla produzione a Mirafiori della Levante e la cassa integrazione per migliaia di lavoratori.

Dal 2010, dice il sindacalista nella lettera, ci furono il rilancio e l’espansione del marchio con importanti investimenti e nuovi modelli che portarono a una crescita sette volte superiore rispetto ai cinque anni precedenti. “In quegli anni, l’obiettivo del Gruppo era quello di far nascere un polo del lusso Maserati – Alfa Romeo. L’apertura a Modena dell’Innovation Lab nel 2019, inoltre, lasciava presagire una prospettiva positiva. Purtroppo però negli ultimi due anni la situazione è cambiata completamente, si sono esauriti quasi tutti i modelli in produzione raggiungendo il minimo storico”.

E il lusso?

“La strategia di Stellantis è stata chiara sin dall’inizio: riscoprire i vecchi modelli e riproporli sul mercato aggiornati, ma con produzioni fuori dall’Italia (Alfa Romeo Junior e 600 in Polonia, Lancia Ypsilon in Spagna, Topolino in Marocco e Grande Panda in Serbia)”, continua Palombella. Per quanto riguarda invece il polo del lusso, il progetto è stato completamente abbandonato, l’aggiunta. Con chiosa: “Penso quindi che l’uscita da Stellantis e la nascita di un polo del lusso di Ferrari e Maserati sia indispensabile per valorizzare le rispettive caratteristiche qualitative e di mercato”. 

Elkann ha condiviso la missiva con Tavares, il quale ha infine rivolto queste parole alle sigle: c’è un “deciso impegno al fine di garantire un brillante futuro a Maserati”. No neanche alla richiesta di “aggregare il Tridente ad altri gruppi italiani del lusso”. No al polo con Maserati. “Fiducia assoluta”. 

Duro lavoro

Tavares ha scritto al lettera a Palombella, inviata per conoscenza a Elkann, al responsabile della Maserati, Davide Grasso, e ai massimi rappresentanti della direzione risorse umane (Xavier Chereau per il gruppo e Giuseppe Manca per la filiale italiana): c’è stato un “duro lavoro nel mezzo di una delicata transizione. Ma adesso si è confidenti per il futuro: si attende il lancio di versioni elettriche di prodotti esistenti, di “nuovi, fantastici prodotti, tra cui la MC20, la Granturismo e la Grecale” (quest’ultima con motorizzazioni elettriche, termiche e ibride). E fiducia su Quattroporte e Levante, in fase di preparazione.

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Ma quale scorporo

“La nostra visione per Maserati è unica: essere e rimanere l’unico marchio di veicoli completamente disegnati, progettati, sviluppati e prodotti in Italia. Dal punto di vista commerciale, stiamo facendo grandi passi avanti verso un’ulteriore espansione del marchio a livello internazionale, con il lancio nel mercato del lusso molto attraente della Corea e il consolidamento del nostro posizionamento in Giappone. Pertanto, lungi dall’avere l’intenzione di scorporare in qualche modo Maserati da Stellantis: credo e confido che i nostri team altamente qualficati e motivati, insieme allo spirito costruttivo dei nostri partner sindacali, riusciranno a portare a termine l’attuale transizione e a fare di questo splendente marchio un faro di innovazione nei prodotti, eccellenza nel servizio e leadership nella redditività”, dice Tavares.

La paura c’era e c’è

Ecco la reazione di Palombella: “Tavares ha dimostrato sensibilità per questo marchio storico”. Ma le dichiarazioni positive, non sono “esaustive” e sufficienti per sgombrare il campo dalle preoccupazioni sul futuro della Maserati. Insomma, la paura resta. Ricordando pure le ultime dichiarazioni della direttrice finanziaria Natalie Knight: “Ci potrebbe essere una valutazione in futuro su quale sia la migliore sede per Maserati”.

Maserati ha registrato una perdita operativa rettificata di 82 milioni di euro da gennaio a giugno. Le sue vendite globali di veicoli sono scese di oltre il 50 percento a 6.500. Alcuni analisti avevano precedentemente notato che Maserati potrebbe essere un obiettivo per una vendita
da parte di Stellantis, mentre altri marchi come Lancia o DS potrebbero essere a rischio di essere
rottamati, dato il loro contributo marginale alle vendite complessive del gruppo, dice Automotive News. Il portafoglio di Stellantis include i marchi statunitensi Jeep, Dodge e Chrysler e Peugeot,
Citroen, Fiat, Alfa Romeo e Opel in Europa. Ha acquistato una quota del 21 percento nella cinese
Leapmotor per 1,5 miliardi di euro nell’ottobre 2023 e ora considera Leapmotor il suo 15°
marchio.

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