Tavares ha in mente quattro mosse Stellantis contro l’auto cinese in Europa

Ippolito Visconti Autore News Auto
Mentre cresce la minaccia delle auto cinesi a basso prezzo in Europa, il capo di Stellantis, Tavares, reagisce.
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Mentre cresce la minaccia delle auto cinesi a basso prezzo in Europa, il capo di Stellantis, Tavares, reagisce. Primo: taglia i costi invece di mettersi sulla difensiva. Secondo: ha confermato che il suo impegno a lungo termine per ottenere margini di profitto a due cifre è rimasto intatto nonostante le difficoltà del mercato. Terzo: si muoverà in modo aggressivo e si atterrà alla sua strategia di “asset light” in Cina, focalizzata principalmente sull’esportazione nel Paese del Dragone piuttosto che sulla produzione lì. Si cavalca l’onda dell’offensiva cinese. Quarto: il top manager lusitano dice no ai dazi anti Cina, che nascondono debolezze Ue. Dimostrano la mancanza di competitività delle Case automobilistiche europee, ha detto durante una presentazione all’Investor Day ad Auburn Hills (Detroit, Michigan). 

Stellantis, un pugile che attacca e non necessita di dazi

Così Stellantis non sarà un pugile che si chiude a riccio nell’angolo. Ma un pugile che va all’attacco su tutto il ring. No dazi difensivi, niente paura anti Cina. Invece piattaforme multienergia per essere pronti a tutto. Si vedrà anche cosa deciderà la nuova Unione europea: potrebbe slittare il bando termico dal 2035 al 2040 o anche più in là. Da segnalare che al contrario il governo Meloni, per bocca del ministro delle Imprese Urso, vuole i dazi. Con Spagna e Francia. Contro i dazi sono Germania, Ungheria e Svezia. Specie i tedeschi premono per il no, con BMW, Mercedes e Volkswagen che hanno forti interessi in Cina, lì vendono auto di grossa cilindrata. Temono dazi della Cina sulle macchine potenti.

Nasce così la santa alleanza Berlino-Pechino. Obiettivo di Germania e Cina, raggiungere un accordo entro il 4 luglio nell’Ue, data di entrata in vigore dei dazi europei. Per eliminarli o almeno limitarli. Il ministro dell’Economia tedesco, Robert Habeck, volerà immediatamente in Cina per discutere della vicenda con i funzionari del Partito Comunista Cinese. 

L’azione dell’Europa è arrivata meno di un mese dopo che Washington ha quadruplicato i dazi per i veicoli elettrici cinesi portandoli al 100%. Giovedì Pechino ha criticato le tariffe dell’Ue definendole un comportamento protezionistico e ha affermato di sperare che il blocco europeo corregga le sue “pratiche sbagliate”.

Le mosse Ue con l’auto erano, sono, resteranno imperscrutabili. Prima accetta e adotta a piene mani la tecnologia elettrica cinese, col bando termico nel 2035. Poi mette i dazi. Ma ora le auto elettriche europee sono carrozzerie con batterie cinesi. E anche molti brand europei sono cinesi. Quindi che si fa? Come se ne esce?

Sinergie post fusione tra Fiat-Chrysler e il Gruppo PSA

Come riporta Automotive News, Tavares ha affermato che le sinergie derivanti dalla fusione del 2021 tra Fiat-Chrysler e il Gruppo PSA che ha creato Stellantis ammontano ora a 8,4 miliardi di euro all’anno, più del doppio di quanto inizialmente previsto. Ha aggiunto che “almeno” due degli stabilimenti statunitensi della società avevano bisogno di “un’inversione di tendenza significativa”, ma ha rifiutato di nominarli. Non è stato possibile contattare immediatamente i funzionari del sindacato United Auto Workers, che rappresenta i lavoratori orari negli stabilimenti statunitensi, per commentare. Paul Waatti, direttore dell’analisi di settore presso AutoPacific, ha affermato che la leadership di Stellantis si concentra su obiettivi aggressivi, facendo perno su molti fattori che entrano in gioco. 

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Stellantis e Leapmotor, quale futuro

Stellantis ha acquistato una partecipazione del 21% nella casa automobilistica cinese Leapmotor e ha formato un’impresa che consente alla casa automobilistica europea di vendere e produrre i veicoli Leapmotor al di fuori della Cina. Stellantis guida la joint venture con una quota del 51%. “C’è un forte desiderio che l’azienda cresca all’estero”, ha affermato Tavares, aggiungendo che Stellantis ha la flessibilità di allocare la produzione di auto Leapmotor in tutta la sua ampia impronta produttiva per adattarsi alle decisioni tariffarie. Giovedì la casa automobilistica ha confermato le sue previsioni per il 2024 e ha affermato che nel 2025 mirerà all’intervallo superiore della sua politica di pagamento dei dividendi compresa tra il 25% e il 30% rispetto al 25% pagato negli ultimi anni. Ha detto che quest’anno ricompenserà gli azionisti con almeno 7,7 miliardi di euro attraverso dividendi e riacquisti.

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