La scalata delle prime posizioni delle classiche commerciali europee è sempre stata complicata per la Jimny. Le emissioni hanno provocato più di qualche difficoltà nel riscuotere l’approvazione delle autorità comunitarie. Caratteristiche non così invitanti per la potenziale clientela ne hanno smorzato le velleità. Eppure, la Casa delle Pleiadi potrebbe sorprendere le rivali con la Suzuki Jimny 2023 a cinque porte, presentata al pubblico e alla addetti ai lavori durante l’ultimo Salone dell’Auto di Nuova Delhi questo mese.
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Suzuki Jimny 2023: gli esterni
L’ingresso nel comparto delle elettrificate è una sfida che la Casa automobilistica nipponica ha deciso di raccogliere, contando su un partner d’eccezione: il gruppo Toyota. Che da decenni si occupa di elettrificazione e ha, pertanto, un bagaglio esperienziale adatto allo scopo. Nonostante il forte spirito indipendente, i manager della Subaru hanno ritenuto opportuno stringere un accordo con la connazionale, consci dei notevoli vantaggi che ne deriveranno.
I “paparazzi delle quattro ruote” avevano ritratto la Suzuki Jimny 2023 in innumerevoli occasioni mentre sosteneva i consueti test su strada. La messa a punto della meccanica è un passaggio cruciale, da affrontare in modo certosino. Per tale ragione si sono dedicate sessioni di duro lavoro.
Chi si aspettava rivoluzioni nel vero senso della parola andrà incontro a una cocente delusione. Qualora stessimo parlando di una nuova generazione sarebbe stato pure comprensibile. Ma l’approdo della cinque porte in questione non configura uno stravolgimento nelle dimensioni, pari nello specifico a:
Modello | Lunghezza | Larghezza | Altezza |
Jimny 5 porte 2023 | 3.985 mm | 1.645 mm | 1.720 mm |
Il look rimane per il resto lo stesso del veicolo attuale. Le due porte aggiuntive modificano comunque l’aspetto della Suzuki Jimny 2023 dalla visuale laterale. Squadrate nelle forme, comportano l’integrazione di un ulteriore finestrino, affacciato sul bagagliaio.
Gli interni
Introdotta nel 2018, la quarta generazione viene rimpolpata. La famiglia dà il benvenuto all’inedita variante a cinque porte, di cui se ne parla da anni. Uno scenario destinato a concretizzarsi nel giro di breve. A furor di popolo, giunge un esemplare dal forte spirito familiare. Strano ma vero, si è lasciata attendere a lungo, nonostante la natura di 4×4.
In linea con la moderna tendenza dei principali competitor, la transizione ecologica è nei programmi del marchio asiatico. Una scelta orientata pure a riottenere il benestare delle istituzioni europee. Il sensibile abbattimento di emissioni nocive nell’ambiente risponde a un problema riscontrato in passato. Nei test WLTP la versione a tre porte non ha, infatti, ottenuto l’opinione favorevole della commissione giudicante. Regolarsi in tal senso avrà un tornaconto economico, scongiurando multe salate qualora approdi nel Vecchio Continente.
L’inasprimento delle normative inerenti alla riduzione della CO2 propagata dai mezzi di trasporto impedisce poi di prendere sottogamba la situazione. A differenza della competitor Solterra, che sarà full electric, nel caso della Suzuki Jimny 2023 si parla di mild e full hybrid.
A prescindere da quali saranno i valori raggiunti dalla Jimny Pro (categoria N1, autocarro), la sensazione è che il management desideri muoversi in anticipo, con alcuni accorgimenti che interessano pure il salotto di bordo.
In bilico vi era il cambio manuale, che – si mormorava – avrebbe avuto i giorni contati, venendo sostituito dall’automatico AGS a 6 marce. Invece, è confermata la trasmissione manuale a 5 rapporti. Chiunque lo preferisse ha comunque la possibilità di sostituirlo con uno automatico a 4 velocità. La sopra menzionata vocazione off-road viene ribadita dal riduttore del cambio, dal blocco del differenziale centrale e dalla struttura composta da traverse e longheroni. Per quanto riguarda la trazione, la Suzuki Jimny 2023 a cinque porte gode di trazione integrale inseribile 4WD AllGrip Pro.
Motori e prezzi
Al momento lo sbarco è in forse, sicché, in forma ufficiale, la Casa ne comunica la commercializzazione in India (peraltro luogo di fabbricazione) e in certi Stati di Africa e America Latina.
Con l’importante svolta, la Suzuki Jimny 2023 ha ancora più frecce al suo arco. Sarà interessante scoprire se a ciò corrisponderà un incremento delle vendite per il fuoristrada compatto. Il sistema di alimentazione è a basso impatto ambientale, di importanza capitale per le strategie interne. Se in India è previsto esclusivamente con il benzina da 1.5 litri da 102 cavalli (lo stesso della 3 porte), altrove sono contemplati i sistemi 1.4 mild hybrid da 129 CV e, in alternativa, il 1.5 full hybrid da 115 CV, mutuato dalla Vitara.
Il rilascio in India è forse favorito dal fatto che i vincoli sulle emissioni sono meno stringenti. Un mercato di riferimento per la Jimny, che avrebbe serie chance di togliersi delle belle soddisfazioni. A occuparsene nello Stato asiatico è Maruti Suzuki, presso il centro di Gurgaon. La messa in commercio è fissata per aprile. Stringere il raggio d’azione a un numero selezionato di territori, almeno all’inizio, può costituire una saggia mossa dal punto di vista dei profitti.
Per ampliare gli orizzonti servirebbero risposte concrete sull’appetibilità e un cospicuo tesoretto economico da destinarvi. L’eventuale accoglienza favorevole in India e in Giappone contribuirebbe a smuovere le acque. E, indirettamente, giocherebbe a favore il boom di vendite degli altri componenti della famiglia Suzuki, quelli preannunciati nei nostri confini. Se la clientela reagirà nel verso sperato, allora non va esclusa l’espansione globale, tra cui anche in Italia.
Sulla storia della Jimny in Europa ci siamo soffermati a più riprese poiché ha inevitabilmente avuto delle ripercussioni sulle manovre aziendali. Ricordiamo che addirittura era stata tolta dai listini successivamente ai deludenti dati raccolti nel ciclo WLTP. Poi è sì arrivato, ma sotto forma di veicolo di categoria N1 a 2 posti, un autocarro. Lo snodo cruciale sarà proprio la motorizzazione. Per strappare l’agognato “sì” alle autorità delegate in materia, il powertrain sarebbe ibrido. Affrontare la stessa odissea vissuta dalla quarta generazione lanciata nel 2018 è una prospettiva poco incoraggiante. Il tutto malgrado sia forte la curiosità del pubblico, un segnale indicativo del potenziale del veicolo.
Benché non abbia la stessa motorizzazione, qualora la Suzuki Jimny a 5 porte uscisse in Europa, sarebbe da mettere in conto una sfida senza esclusione di colpi con la Dacia Spring. Indicativamente, il prezzo della giapponesina sarebbe di circa 30 mila euro, data la difficile reperibilità.