Weekend da film horror sulle strade italiane, con numerosi incidenti mortali. Quali le cause? Sentiamo Giordano Biserni, leader Asaps (Amici Polstrada). Velocità eccessiva, guida con smartphone in mano (vietato dal Codice della strada), condizioni alterate del guidatore, pochi controlli delle Forze dell’ordine (impossibilitate per mancanza di organico e risorse), stato delle strade. Ossia “condizioni del manto stradale, mancanza di segnaletica orizzontale e verticale e scarsa illuminazione”.
Aggiungiamo noi: l’Istat non riporta le condizioni delle strade fra le cause primarie degli incidenti. Motivo: i verbali di sinistro delle Forze dell’ordine parlano di tanti elementi, ma non di asfalto e cartelli.
Buche e cartelli assurdi: disastro
In effetti, siccome gli enti locali sono pieni di debiti anche per gli eccessivi costi della politica, allora non ci sono soldi per le strade e i cartelli. Tantissime buche ovunque. Una situazione terribile. Una guerra a due. Da una parte le amministrazioni squattrinate che mettono autovelox a tutto spiano. Dall’altra chi va in auto, in moto, in bici o su monopattino elettrico, e deve fare i conti con le voragini. Poi c’è il tema della segnaletica.
In questo contesto una delle dotazioni di sicurezza della strada più trascurata è proprio la segnaletica stradale, che ha raggiunto percentuali di difformità dal Codice della strada su base nazionale ormai superiori al 60% nella segnaletica verticale (oltre un cartello su due in Italia è di fatto “fuorilegge”) e superiori all’80% nella segnaletica orizzontale (strisce per terra). Ben al di sotto degli standard minimi imposti dalle normative europee. Lo dice Assosegnaletica.
Cosa fare
Qualcuno vuole cambiare le norme del Codice della strada e le attuali destinazioni d’uso del 50% dei proventi contravvenzionali destinati alla sicurezza stradale. No: è auspicabile che tutto resti così. E in particolare serve la quota di un quarto di questo 50% destinato alla manutenzione della segnaletica stradale. Bisogna far rispettare la rendicontazione annuale obbligatoria da inviare al ministero dell’Interno per le dovute verifiche. Obiettivo: evitare l’utilizzo di queste risorse economiche destinate alla manutenzione della segnaletica stradale su altre
voci di bilancio (come spesso accade ancora oggi). Si dovrebbe richiedere e far aggiornare i piani di segnalamento congrui e coerenti con la legge.
Opportuno rottamare tutti i segnali verticali “non a norma”. Partendo dalla segnaletica più importante per la sicurezza stradale (pericolo, precedenza, limiti di velocità). A valle della rottamazione si potrebbero inoltre attivare circuiti di riciclo dei materiali ferrosi e di alluminio sull’esempio di quanto avviene oggi con i consorzi per il riciclo della plastica e creare nuove fonti di finanziamento per la sicurezza stradale. Serve il rifacimento della segnaletica orizzontale con materiali più performanti, innovativi e soprattutto visibili anche sul bagnato e resistenti all’usura.
Numeri drammatici
In Italia su 850.000 km di strade urbane e extraurbane, i segnali verticali risultano pari a circa 97 milioni. Un segnale verticale ha una “vita utile” in termini di colorimetria e rifrangenza che varia dai 7 ai 12 anni. In Italia si sostituiscono ogni anno 2 milioni di segnali verticali. La conseguenza è che il parco segnaletico risulta essere sempre più vecchio e difforme dal codice della strada per almeno il 60%. Si stima che la consistenza in metri quadrati della segnaletica orizzontale è di circa 350.000.000. L’80% di tale superficie non è conforme agli standard minimi previsti dalla norma UNI EN 1436/2018. Insomma, strade messe male e con poche colonnine: pasticcio totale da nazione vecchia.