Stellantis è sempre più nel mirino per la politica di investimenti in Italia. Anzi, dei disinvestimenti, viste le recenti manovre attuate dal gruppo, nato nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe. Benché i piani alti, John Elkann in primis, sottolineino il peso attribuito al Belpaese nelle strategie aziendali, i fatti sembrano dare loro almeno parzialmente torto. Infatti, gli stabilimenti operativi continuano a essere numerosi. Peccato che alcune delle produzioni principali, fin qui localizzate lungo la nostra penisola, emigreranno presto altrove.
A tal proposito, due esempi hanno soprattutto richiamato l’attenzione generale, entrambe Fiat. Prima la delusione è sopraggiunta in merito alla Topolino, la microcar che, a dispetto del nome, vede la luce in Marocco. Quindi, è arrivato il “colpo del KO”: la prossima Panda elettrica nascerà in Serbia, anziché a Pomigliano d’Arco. Presso lo storico stabilimento la manodopera continuerà a realizzare l’attuale generazione, fino al 2026, ribattezzata “Pandina” in maniera da scongiurare sul nascere eventuali confusioni.
Stellantis sulla graticola: Carlo Calenda ne stronca l’operato

In un’intervista rilasciata al Messaggero, il leader di Azione, Carlo Calenda, ha definito la situazione “allucinante”. In seguito alla scomparsa di Sergio Marchionne – ha dichiarato il politico, ex uomo Ferrari – John Elkann ha cominciato a vendere attività strategiche. Il caso più lampante degli ultimi tempi è stato quello di Magneti Marelli, ceduta a una società giapponese, e il complesso di Crevalcore è stato chiuso. Intanto, il Governo ha concesso al conglomerato garanzie pubbliche per 6,3 miliardi di euro, distribuiti dal colosso della mobilità agli azionisti.
L’attacco mosso da Carlo Calenda a Stellantis è netto e perentorio. Nel corso della stessa intervista ha rimarcato la differenza tra gli impianti italiani e quelli francesi della società. I secondi sono pronti per la transizione alle vetture elettriche, mentre quelli italiani rimangono indietro di anni. Mirafiori lo considera un deserto industriale, e la fabbrica di Grugliasco (presso la quale sorgevano le Maserati) è stata messa in vendita. “I nuovi modelli, spacciati per Made in Italy, arrivano dalla Serbia”.
Secondo Calenda, Stellantis ha rinnegato le origini italiane. La nostra penisola sarebbe ormai considerata un posto qualunque. Vanno avanti a chiedere finanziamenti al governo, tuttavia virano altrove.
Il leader di Azione ne ha da dire pure riguardo alla sinistra e alla Cgil, rei di non essersi battuti per i diritti dei lavoratori. Gli Elkann hanno comprato La Stampa e Repubblica. Maurizio Landini ha rilasciato un’intervista sulla crisi dell’automotive senza mai menzionare Stellantis. Quando la compagnia avrà finito di dismettere attività in Italia, venderanno Repubblica, profetizza Calenda. Che esorta la sinistra e la Cgil a battere i pugni sul tavolo, nel tentativo di salvare uno scenario quantomai drammatico.