Stellantis: un nuovo importante personaggio chiede la restituzione dei marchi statunitensi

Dario Marchetti Autore
Sede Stellantis

Negli Stati Uniti è sempre più evidente il malumore per il modo in cui Stellantis sta gestendo i marchi locali rientranti nella sua orbita. Una frustrazione di cui si fa ora interprete il neoeletto senatore dell’Ohio Bernie Moreno. Occorre sottolineare che il politico repubblicano non è assolutamente digiuno sulle tematiche riguardanti l’industria automobilistica. Si tratta infatti di un ex concessionario di automobili, uno che quindi il settore lo conosce alla perfezione e da dentro. Ma andiamo a vedere cosa ha detto Moreno, al proposito.

Bernie Moreno contro Stellantis: restituisca agli USA i suoi marchi

Stellantis venda i suoi marchi statunitensi ad una proprietà locale: questa la richiesta mossa dal neoeletto repubblicano dell’Ohio. Un parere che, naturalmente discende dal modo in cui il gruppo italofrancese sta gestendo Chrysler, Jeep, Ram e Dodge. In pratica veri pezzi di storia dell’industria automobilistica a stelle e strisce che risentono anch’essi della traiettoria in picchiata intrapresa dalla casa madre.

Bernie Moreno

Il suo parere, o meglio la sua richiesta, si inserisce in un anno pessimo, per Stellantis. Le vendite nordamericane dei suoi marchi si sono letteralmente inabissate, segnando un mortificante -36% soltanto nel corso del terzo trimestre. A rendere ancora più intricata (e grave) la faccenda, è stata poi la separazione da Carlos Tavares, che non è ancora stata risolta. Si attende il nuovo CEO per cercare di capire quale sarà la direzione da intraprendere e, naturalmente, questo non giova a nessuno.

Queste le parole usate da Moreno nel corso di un’intervista rilasciata a Bloomberg: “Sono stati dei pessimi custodi dei marchi. Spero che John Elkann faccia la cosa giusta e ceda la Chrysler Corporation e la rimetta in mano agli americani”. Non meno dure le parole nei confronti del tagliatore di teste portoghese: “Questo tizio ha licenziato tutti gli americani. Sta spremendo questa azienda fino alla morte”. Infine, un parere che al momento sembra però non fondato sui fatti: Stellantis sposterà la produzione dagli USA ad altre nazioni.

La risposta di Stellantis

Di fronte ad un attacco di questa portata, Stellantis ha deciso di rispondere, sottolineando le sue profonde radici americane e i progetti in corso. Nella nota redatta per l’occasione ha poi affermato: “Con quasi 100 anni di storia negli Stati Uniti, i marchi iconici di Chrysler, Dodge, Jeep e Ram sono al centro della strategia di Stellantis. Insieme ai nostri partner e stakeholder, continueremo a costruire Stellantis come l’azienda automobilistica del futuro”.

Per poi aggiungere: “Siamo orgogliosi di impiegare migliaia di persone e di supportare le nostre comunità in Michigan, Indiana e Ohio. Il 2025 sarà un anno entusiasmante, con molti progetti che trarranno vantaggio dalla tecnologia all’avanguardia e dalla portata del gruppo”.

Ramcharger

Una dichiarazione orgogliosa, che però sembra il classico minimo sindacale. Quale azienda affermerebbe infatti di andare verso un anno pessimo senza vedere il suo titolo azionario pagare dazio? L’andamento del mercato, comunque, dice tutt’altro e le cose potrebbero essere ulteriormente complicate dalle nuove politiche indicate da Trump. Che, secondo non pochi analisti, andrebbero a colpire con grande forza proprio Stellantis, oltre a Volkswagen.

Intanto qualcuno lavora per riportare i marchi statunitensi a casa

Sin qui, si tratta di semplici schermaglie a parole. Moreno ha tutto il diritto di farsi interprete dei malumori di molti cittadini e lavoratori statunitensi nei confronti di Stellantis. Così come l’azienda ha piena facoltà di presentare una narrazione da Mulino Bianco.

Il senatore dell’Ohio, però, non è l’unico a voler vedere Jeep , Chrysler, Dodge e Ram gestite da un’azienda americana. All’inizio di quest’anno, infatti, il pronipote di Walter P. Chrysler, Frank B. Rhodes Jr., ha dichiarato senza mezzi termini la propria volontà di creare una nuova Chrysler Corporation comprendente i quattro marchi USA.

Naturalmente sarebbe lui ad assumerne la guida e nel tentativo coinvolgerebbe investitori e lavoratori. Occorre ora vedere se si tratta di un’ipotesi concreta e, soprattutto, l’accoglimento delle sue eventuali proposte da parte di Stellantis. Alla luce del quadriennio che si prospetta, con Trump alla Casa Bianca, a Stellantis potrebbe non convenire assolutamente la cessione dei marchi locali.

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