Stellantis si spacca, i concessionari all’Ue: cambiare le norme sulle auto elettriche, gli obiettivi sono impossibili

Dario Marchetti Autore
Una posizione del tutto diversa da quella del gruppo diretto da Carlos Tavares
Una concessionaria Stellantis

Se Stellantis reputa assurda una modifica delle normative indicate dall’Unione Europea per il conseguimento degli obiettivi sulle emissioni nocive collegate al traffico automobilistico, le associazioni di rappresentanza dei concessionari del gruppo stesso sembrano pensarla in maniera molto diversa.

Hanno infatti deciso di inviare una lettera al presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel preciso intento di illustrare le attuali difficoltà delle reti di vendita nella commercializzazione di auto elettriche. All’interno della quale chiedono di “prendere in considerazione modifiche legislative che faciliterebbero una transizione più graduale” verso il 2035.

Concessionari Stellantis: occorre rimettere mano alle normative in vista del 2035

Il dibattito sugli obiettivi di abbattimento delle emissioni di CO2 collegate al traffico automobilistico si arricchisce di un nuovo capitolo. Se nelle settimane passate l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, aveva giudicato assurdo rimettere mano alle normative indicate in sede UE, ora sono proprio le concessionarie del gruppo a indicare la direzione esattamente opposta.

Una concessionaria Stellantis

In una lettera a Ursula Von der Leyen, infatti, affermano l’assoluta necessità di cambiare la direzione intrapresa. Queste le parole usate per spiegare questa posizione: “Attualmente, le reti di distribuzione di Stellantis stanno riscontrando notevoli difficoltà nel soddisfare i severi obiettivi per le vendite di veicoli elettrici, imposti sia dal produttore che dalle imminenti normative Ue, mentre le condizioni di mercato non supportano ancora tale crescita dei volumi”.

Ad affermarlo sono le associazioni Aecp (concessionari Peugeot), Accde (Citroën e DS), Adefca (Fiat, Lancia, Abarth, Alfa Romeo, Jeep e Fiat Professional) ed Euroda (Opel e Vauxhall). Non senza mancare di sottolineare la discrepanza esistente tra i progressi tecnologici delle auto elettriche e della rete di ricarica e le esigenze della maggior parte dei consumatori. Senza contare la “crescente riluttanza” dei consumatori verso l’ipotesi di procedere all’acquisto di auto a batteria.

Tanto da affermare, in maniera secca: “Crediamo fermamente che gli obiettivi di riduzione della CO2 stabiliti per il 2025 non siano realizzabili nelle attuali condizioni di mercato. La mancanza di veicoli elettrici a batteria (Bev) accessibili, combinata con un’infrastruttura di ricarica insufficiente, ha creato un divario significativo tra i requisiti normativi e le capacità del mercato. L’elevato costo dei Bev, guidato dall’attenzione del settore sui modelli premium, ha ulteriormente ostacolato l’adozione di massa, rendendo questi obiettivi irraggiungibili entro i tempi previsti”.

Una spaccatura che desta sorpresa

La posizione assunta dai concessionari Stellantis desta una certa sorpresa. A provocarla le affermazioni di Carlos Tavares, il CEO del gruppo italofrancese, secondo il quale sarebbe assurdo cambiare le regole in corsa. Una posizione che, però, non è condivisa dalla rete commerciale.

I concessionari, infatti, non hanno eccessive remore a spazzare via l’ottimismo espresso da Tavares. Affermando, al contrario: “Dal nostro punto di vista, è chiaro che il settore non è ancora pronto a raggiungere il volume necessario di vendite di veicoli elettrici. Questa crescente divergenza tra obiettivi normativi, prontezza del mercato e aspettative del produttore è motivo di preoccupazione”.

Aggiungendo poi: “Non è stata una sorpresa quando la maggior parte dei produttori europei, tramite Acea, ha chiesto un rinvio di questi obiettivi: una proposta che sosteniamo pienamente”.

Concessionaria Stellantis

Da sottolineare poi che gli scriventi ritengono incoerente l’attuale sistema di misurazione delle emissioni allo scarico con gli obiettivi di decarbonizzazione. Tanto da chiedere “un approccio olistico” alla questione, tale da tenere in conto l’intero ciclo di vita della produzione.

No alle sanzioni previste a carico di chi non centrerà gli obiettivi ambientali

I concessionari Stellantis hanno poi affrontato un altro aspetto chiave della questione, quello relativo alle multe a danno delle case che non centreranno gli obiettivi previsti nel 2025. Affermando al proposito: “Se il quadro attuale rimane invariato, i produttori dovranno affrontare significative sanzioni finanziarie. Queste multe porterebbero inevitabilmente a una riduzione dei volumi di produzione all’interno dell’Ue, che a sua volta diminuirà drasticamente i volumi che noi, come distributori, possiamo vendere. Questo scenario creerebbe una situazione economica insostenibile per l’intero settore, minacciando posti di lavoro e aziende lungo tutta la filiera”.

La missiva alla Von der Leyen termina quindi nel seguente modo: “In conclusione, vi esortiamo rispettosamente a prendere in considerazione modifiche legislative che faciliterebbero una transizione più graduale verso gli obiettivi del 2035. Siamo fiduciosi che questo approccio consentirà un passaggio più sostenibile ed equo alla mobilità elettrica, a vantaggio di tutte le parti interessate. Apprezziamo la vostra attenzione alle nostre preoccupazioni e attendiamo con ansia la possibilità di un dialogo costruttivo”.

Ora resta da capire se la Commissione Europea prenderà in considerazione la comunicazione. Considerato come si sta muovendo anche sulla questione dei dazi contro le auto elettriche cinesi, le speranze non sembrano molte.

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