Sarà Luca Maestri il nuovo amministratore delegato di Stellantis? Le indiscrezioni che vorrebbero il manager romano fino a pochi mesi fa vicepresidente e direttore finanziario di Apple vanno prendendo quota di ora in ora. Tanto che già si parla dell’inizio del 2025 come inizio del suo nuovo incarico, data che coinciderebbe con la conclusione del periodo di preavviso collegato alla fine del passato rapporto di lavoro con l’azienda di Cupertino. Ove l’ipotesi si tramutasse in realtà, si tratterebbe di un nome di grande rilievo, considerato il prestigio che Maestri si è guadagnato nel corso del periodo trascorso in Apple. Testimoniato da quanto detto da Tim Cook, il CEO del brand statunitense: “Senza di lui non avremmo toccato il cielo”. L’augurio è che riesca a riportare in alto un’azienda che sta letteralmente franando come Stellantis.
Chi è Luca Maestri
Nato a Roma nel 1963, Maestri ha frequentato il liceo classico, prima di laurearsi in economia presso la Luiss Guido Carli di Roma e ottenere un master in science of management alla Boston University. A 26 anni ha quindi deciso di lasciare l’Italia per iniziare la sua carriera all’interno di General Motors, ove ha occupato il posto di direttore finanziario. All’interno della casa del Michigan si è occupato soprattutto delle operazioni in Europa e America Latina, ritagliandosi un posto di spicco nella joint venture con Fiat. I successivi passaggi sono stati poi quelli con Nokia Siemens Networks e Xerox. Nel 2013 il passaggio ad Apple, ove ha ricoperto il ruolo di vicepresidente delle Finanze.
Dopo aver trascorso il successivo decennio vigilando sui conti di Apple, diventando uno dei più ascoltati dirigenti di Tim Cook, Maestri ha quindi deciso di staccare la spina nel 2023. A testimoniarne le grandi qualità lo stesso CEO, secondo il quale Maestri si sarebbe rivelato straordinario nella gestione sul lungo termine. E anche la crescita di Apple, che nel corso della esperienza è entrata a far parte del ristretto novero delle aziende in grado di oltrepassare la soglia dei tremila miliardi di dollari in termini di capitalizzazione di mercato. Per capire il suo ruolo, basta ricordare che all’atto della sua entrata in carica le azioni dell’azienda di Cupertino valevano 20 dollari, contro i 229 dollari di oggi.
Chi sono i rivali di Maestri per la guida di Stellantis?
Al momento il condizionale è ancora d’obbligo. Secondo le indiscrezioni che naturalmente stanno circolando in queste ore, John Elkann avrebbe effettivamente consultato Maestri al fine di testarne la disponibilità. Al tempo stesso, però, non si molto sulla risposta data dal manager romano, come del resto si può notare consultando le cronache giornalistiche sulla vicenda.
A sostanziarne la candidatura c’è però la grande conoscenza del mercato statunitense. Ovvero la chiave di volta per le sorti di Stellantis, essendo quello più redditizio per la casa italofrancese. E anche quello ove la casa si è trovata di fronte il vero e proprio muro sindacale eretto da United Auto Workers, il cui numero uno, Shawn Fain, non ha esitato ad indicare Carlos Tavares come il vero problema dell’azienda. L’augurio è, naturalmente, che il suo successore sia in grado di ristabilire un dialogo con i rappresentanti sindacali. Senza il quale sarebbe complicato provare a invertire una rotta che, al momento, è molto problematica.
Gli altri nomi che stanno girando in alternativa, sono Luca de Meo, attuale responsabile di Renault, Maxime Picat, chief purchasing e supplier quality officer del gruppo e Antonio Filosa, chief operating officer North America.
A prescindere dal fatto che sia Luca Maestri ad assumere la guida di Stellantis, sarà anche necessario riportare su un binario meno accidentato i rapporti con il governo italiano. Nelle ultime ore, su questo fronte sono da registrare segnali discordanti. Alle aperture di Alfredo Urso, infatti, fanno da contraltare le bordate rivolte al gruppo da Matteo Salvini. Il quale non ha esitato a ricordare il fiume di soldi pubblici che Stellantis ha ricevuto in Italia, ripagati con abbondanti dosi di licenziamenti e cassa integrazione.