Stellantis richiama i manager dalle ferie con una mail: “In ferie da cosa?” diceva Marchionne

Ippolito Visconti Autore News Auto
L’email dei vertici di Stellantis è partita all’inizio della terza settimana di agosto.
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Indiscrezione del Fatto Quotidiano. Stellantis richiama i manager dalle ferie con una mail. Indirizzata alle “prime linee” dei dirigenti della divisione italiana del Gruppo che gestisce gli stabilimenti. Nella mail, si chiede una verifica urgente del calo delle vendite e delle sue cause. 

“In ferie da cosa?”: le parole del manager in pullover 

Qualcuno in ferie legge le mail, altri no. Comunque questa storia rievoca le celeberrime parole di grandissimo dell’automotive, Sergio Marchionne, scomparso il 25 luglio del 2018 a Zurigo. Colui che ha portato l’azienda automobilistica italiana ai vertici mondiali. In un suo discorso diventato famosissimo, tenuto nel 2013 agli studenti dell’Università Bocconi di Milano, sottolineò con tono negativo che l’Italia è l’unico Paese in cui c’è un mese l’anno, agosto, in cui tutti gli uffici sono chiusi per ferie. “Fuori dall’Italia si vive una realtà molto diversa da quel tipo di comfort che abbiamo in Italia, come il fatto che le ferie noi le prendiamo ad agosto. Nel 2004 io perdevo 5 milioni di euro al giorno. Stavo girando per il mondo, arrivo in Italia, vado in ufficio e non c’è nessuno. Ho detto: ‘La gente dov’è?’ ‘Sono in ferie’. ‘Ma in ferie da cosa?’. Non c’era una persona”. Marchionne il profetico.

Se la politica detta la linea

Questa è la realtà terrificante in cui l’Ue s’è cacciata. La politica di Bruxelles che vuole fare da manager imponendo l’elettrico basato su false ideologie, con le lobby nei posti di potere e nei social a spingere e barare sui numeri: si pompano le ibride plug-in simulando che siano elettriche pur di nascondere che le immatricolazioni delle BEV sono moribonde. Fingendo che il full electric sia non inquinante. Le ibride Ue devono confrontarsi coi giapponesi. Le elettriche Ue si trovano davanti i cinesi. Nell’Ue, i Verdi restano attaccati coi denti alle poltrone conteggiando col pallottoliere i voti per mantenere il trono.

È il consumatore che decide, come accaduto con gli smartphone. Se il cliente ama il termico, questo va venduto. Non è il politico che determina se si debba guidare solo l’elettrico sulla scorta di ideologie e dogmi.

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VW e Stellantis, sono dolori

Ormai, fra VW e Stellantis, è una gara malinconica: vendite giù, profitti anche, prospettive cupe, modelli poco eccitanti. Un’invasione cinese feroce e prepotente, con una garra orientale che qui ci scordiamo: determinazione senza pari. I governi? Cosa fanno quello tedesco e italiano per difendere i posti di lavoro? A livello di Ue, bocche cucite: sanno di averla fatta grossa, loro e il loro green forzato, l’elettrico col lavoro per tutti. Stellantis e VW e altri hanno un po’ fatto calare gli investimenti sui motori termici (anche elettrificati) per spingere sulla tecnologia elettrica. Ma ci sono i cinesi, ultra prestazionali, inarrivabili. I decisori politici Ue cercano rimedio con i dazi, che sono di una tristezza sconfinata: l’ammissione della propria debolezza. Regge qualcosa a livello di ibrido, però non si sa per quanto tempo.

Come sempre in questi casi, i grandi capi delle aziende che vanno male finiscono nel mirino dei sindacati: è la dura legge delle società, che fa guadagnare tanto quando la fortuna soffia alle tue spalle, ma ti castiga se la Dea Bendata ti fa dispetti.

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