Negli ultimi tempi, Stellantis ha avviato un significativo disinvestimento in Italia. Dopo la cessione della fonderia Teksid di Carmagnola e dell’impianto Maserati di Grugliasco, il gruppo italo-franco-americano potrebbe ora mettere in vendita Comau, la società specializzata in automazione industriale, anch’essa situata a Grugliasco e presente in 13 Paesi. Già prima dell’emergenza sanitaria, si erano diffuse voci sulla sua possibile cessione, con una valutazione nel 2019 che toccava i due miliardi di euro. Resta da vedere se questa volta la dirigenza deciderà di procedere e con quali modalità.
Stellantis si libererà di Comau? Sindacati in ansia
L’idea di quotarla in Borsa, precedentemente considerata, sembra complicata, data la situazione attuale dei mercati finanziari. Pare che le banche stiano esplorando un “piano B”, ossia una vendita diretta, magari coinvolgendo fondi di private equity. Si dice che Goldman Sachs, uno dei principali consulenti dell’azienda, sia incaricata di esaminare le opzioni. Inizialmente si era ipotizzata la messa in vendita entro la fine del 2023.
Il sindacato Fim-Cisl si interroga sui piani futuri di Stellantis. Durante l’incontro del 30 ottobre 2023, i rappresentanti sindacali hanno riferito che la dirigenza ha confermato l’idea di uno spin-off che era già stata precedentemente ventilata, senza però fornire dettagli su tempistiche e modalità. I rappresentanti sindacali esprimono preoccupazione riguardo alla possibile vendita di Comau, la quale impiega oltre 3.500 dipendenti nel mondo, di cui circa 700 solo in Italia, temendo un depauperamento delle risorse di ricerca e sviluppo nel Paese.
Da quando Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe si sono fusi nel 2021 formando Stellantis, sono arrivate numerose critiche. Alcuni accusano il conglomerato di tradire le sue radici italiane a favore della Francia. I dati sembrano supportare tale visione, ma John Elkann, presidente di Exor, ha sempre respinto queste affermazioni. Elkann, membro della famiglia Agnelli-Elkann, ha dichiarato di avere piani importanti per Stellantis, sebbene alcuni esponenti politici, come Antonio Calenda (leader di Azione), le definiscano parole vuote.
Recentemente è stata annunciata la chiusura dello stabilimento di Bielsko-Biala, in Polonia, dove venivano prodotte le 126 negli anni Settanta e i motori Multijet 1.3. L’attività sarà interrotta gradualmente, incoraggiando i dipendenti a lasciare volontariamente offrendo un pacchetto di uscita vantaggioso. Parte della manodopera, composta da 486 operai metalmeccanici, potrà essere ricollocata presso gli altri due impianti di Stellantis in Polonia, a Tychy e Szoczów.