Stellantis sta vivendo uno dei periodi più complicati di sempre in Nord America, nello specifico negli Stati Uniti. I risultati dei primi sei mesi del 2024 hanno scatenato una reazione a catena che sembra non avere più fine. Dalla denuncia degli azionisti, alle preoccupazioni del pronipote del fondatore di Chrysler per il marchio, passando alle critiche dei concessionari per i prezzi troppo alti, agli inventari pieni di auto invendute. Sembra che questa crisi abbia colpito anche l’Europa, in particolare la Fiat Panda, una delle auto più vendute del marchio e l’unica a registrare numeri positivi fino ad ora.
Stellantis, i suoi marchi pieni di auto invendute negli Stati Uniti: situazione sempre più drammatica
Tutti i marchi americani di Stellantis hanno registrato numeri in calo nella prima metà del 2024, in particolare Ram con il 26%, Jeep e Dodge con il 16% e Chrysler con l’8%. Secondo i dati pubblicati da CarEdge, degli altri marchi Stellantis, Alfa Romeo vive un momento molto complicato, con l’Alfa Romeo Giulia che non riesce ad attirare clienti, tanto che la versione Quadrifoglio è stata ritirata da quel mercato. La Giulia ha un inventario di 617 giorni, il che significa che la produzione potrebbe fermarsi oltre un anno e mezzo prima di vendere tutte le unità invendute ad oggi.
Nel frattempo, Stellantis ha ridotto gli allestimenti di Stelvio, Giulia e Tonale da tre a uno solo. Per quanto riguarda Stelvio, resta in inventario per 456 giorni, quasi come la Fiat 500e, che ormai vive una crisi a livello globale. La city car elettrica, disponibile negli Stati Uniti da aprile, ha venduto soltanto un centinaio di esemplari fino ad ora. Motivo per cui la produzione allo stabilimento Stellantis di Mirafiori è stata fermata per un mese.
L’Alfa Romeo Giulia, nella versione Quadrifoglio, tornerà negli Stati Uniti soltanto nel 2026, quando debutterà la nuova generazione, disponibile soltanto in versione elettrica. L’operato di Carlos Tavares inizia a non piacere a molti, tanto che John Elkann ha iniziato le ricerche per un nuovo CEO, considerando anche che il contratto del manager portoghese scadrà nel 2026.