A Torino i lavoratori Stellantis di Mirafiori scenderanno in piazza il prossimo aprile, in una manifestazione unitaria che coinvolgerà i sindacati Fim, Fiom, Uilm, Fismic e UglM. La richiesta è unanime: certezze per il futuro dello stabilimento. Una mobilitazione tanto ampia non si verificava da ben 15 anni e ciò dovrebbe bastare a capire quanto la situazione sia critica: 60.000 occupati, tra diretti e indotto, sono a rischio.
Problemi di carattere strutturale investono Mirafiori, come segnala il segretario nazionale della Fiom, Michele De Palma. È necessario un veicolo in grado di affiancare efficacemente la Fiat 500e, giacché la produzione di Maserati è in procinto di trasferirsi altrove e le voci di un accordo con LeapMotor per la T03 rimangono tali. Benché l’ipotesi avrebbe pur ragion d’essere, di passi concreti non se ne sono registrati nel recente periodo, perciò brancoliamo giusto nel campo delle speculazioni.
Stellantis, Mirafiori e Pomigliano: scaduto il tempo per le promesse, servono fatti
Se il personale di Mirafiori è scontento, quello di Pomigliano d’Arco è altrettanto preoccupato. La fabbricazione della Panda ibrida, una serie speciale della storica best seller alla quale è stato affibbiato il nome di Pandina, andrà avanti fino al 2027. Un anno in più rispetto ai programmi iniziali, che convince fino a un certo punto. Così come convincono fino a un certo punto le dichiarazioni di Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis.
Nelle ultime settimane il CEO ha fatto prima la voce grossa, ipotizzando disinvestimenti dalla penisola, qualora il Governo avesse evitato di stanziare degli allettanti incentivi, quindi ha tirato la mano indietro, una volta accontentato. Il pacchetto da quasi un miliardo di euro stanziato dall’esecutivo di Giorgia Meloni lo ha aiutato a rasserenarsi, ma forse potrebbe aver solo rinviato l’ineluttabile.
Negli incontri con la stampa ha ribadito, a nome del conglomerato, della volontà di fabbricare un milione di veicoli entro il 2030, ma contano solo i fatti. E la necessità di rendersi competitiva a livello globale è la chiave per comprendere le manovre adottate dal conglomerato. La nuova Panda elettrica verrà, ad esempio, fabbricata in Serbia, presso il complesso di Kragujevac, mentre la Topolino nasce in Marocco, a Kenitra. Tenere sotto controllo i costi produttivi impone delle scelte anche impopolari tra la manodopera, alla base delle fortune dei marchi italiani.
La richiesta dei sindacati è chiara e netta: proporre un piano industriale dove vengano illustrati i progetti in serbo per Mirafiori e Pomigliano d’Arco verso il green. Al di là degli annunci, le sigle invocano dei chiarimenti concreti, prima che la situazione sfugga di mano. La Pandina viene definita un palliativo e, in fondo, gli elementi portati a sostegno della tesi ci sono: è la Panda attuale rinnovata giusto negli interni, migliorati sul fronte tecnologico.