Stellantis-Meloni: rischio per l’auto italiana

M Magarini
L’intervento di Giorgia Meloni su Stellantis ha fatto riaffiorare delle vecchie polemiche mai completamente sopite: cosa rischia l’Italia
Ufficio Stellantis

Il recente scambio di dichiarazioni tra Stellantis e Giorgia Meloni ha messo in luce le tensioni tra il gruppo automobilistico e il governo italiano. La premier ha accusato la controparte di non essere sufficientemente impegnata a sostenere l’industria nazionale, a cui è prontamente giunta una risposta nelle ore successive. Attraverso una nota, il conglomerato ha respinto le accuse, evidenziando i propri piani di investimento nel Bel Paese.

I rischi per l’Italia dopo lo scontro a distanza tra Stellantis e Meloni

Stellantis logo

Stellantis ha ribattuto immediatamente alle affermazioni dell’esecutivo italiano, sottolineando di avere annunciato un piano di investimento del valore di circa 19 miliardi di euro entro il 2026. La somma stanziata sarà destinata a vari ambiti, tra cui l’elettrificazione della gamma. In particolare, il colosso delle quattro ruote prevede di realizzare in Italia circa un milione di BEV entro il 2026. Inoltre, parte delle somme sarà dedicata alla modernizzazione degli impianti, al fine di migliorarne l’efficienza e la produttività.

Un terzo ambito sarà costituito dallo sviluppo di nuove tecnologie, riguardanti i propulsori ibridi ed elettrici, i sistemi di guida autonoma e la connettività. Stellantis ha rimarcato che gli sforzi economici permetteranno alla nostra penisola di mantenere un ruolo chiave nel settore automobilistico. Standoci al gruppo, nato nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe, l’elettrificazione costituisce un passaggio necessario. Il Bel Paese è, pertanto, chiamato a cogliere l’opportunità connaturata nel cambio di paradigmi.

Il piccato confronto a distanza tra la società diretta da Carlos Tavares e la leader di Fratelli d’Italia rappresenta il culmine di alcuni attriti già emersi in precedenti occasioni. Innanzitutto, resta da capire se l’industria italiana è in una fase di profonda trasformazione. Il passaggio alle forme di mobilità al 100% green rischia, infatti, di mettere a serio repentaglio posti di lavoro e impianti. In secondo luogo, le istituzioni politiche hanno il compito di favorire le attività.

Carlos Tavares

Di conseguenza, hanno annunciato una serie di misure affinché i protagonisti della filiera compiano il salto in avanti. Infine, le affermazioni di Giorgia Meloni le consentono di rafforzare la sua posizione votata agli interessi di coloro che l’hanno eletta. Fin dalle campagne elettorali, ha sempre dato priorità agli interessi della Nazione in ogni settore. L’attacco le consente di dimostrare di voler mantenere gli impegni presi con i cittadini. Le tesi sostenute dalle fazioni opposte certificano un rapporto in bilico. Il suo futuro dipenderà da diversi fattori, compresa l’evoluzione dell’industria automobilistica italiana, l’impegno del governo italiano a sostenerla e le idee di Exor, la holding di Stellantis.

Intanto, è bene rassegnarsi circa il possibile ingresso dello Stato in Stellantis. Una situazione simile a quanto avvenuto in ottica francese è fuori discussione, come ha sottolineato John Elkann a più riprese. Un’operazione del genere avrebbe, infatti, senso, a suo avviso, soltanto qualora vi fosse una crisi. Ma i numeri commerciali registrati dal conglomerato dicono il contrario.

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