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Stellantis: la disputa Italia-Francia sull’elettrico

Tra Italia e Italia è in pieno corso una disputa sull’elettrico in ottica Stellantis: i piani del gruppo per i due Paesi

Il piano Dare Forward 2030 ha fugato ogni dubbio ed equivoco: Stellantis ambisce a diventare una potenza nell’ambito dell’elettrico. Una scelta dettata dall’attualità, considerando le misure emanate dalle istituzioni politiche, compresa la Commissione Europea, che ha stabilito il divieto delle vetture endotermiche entro il 2035, ammettendo un’unica eccezione: gli e-Fuel o biocarburanti, che, per la verità, hanno fin qui conosciuto uno sviluppo limitato, a causa delle difficoltà intrinseche nel processo. Nonostante la Germania abbia esercitato forti pressioni sulle autorità comunitarie, le Case automobilistiche sembrano mostrare scarso interesse. Nel caso di Stellantis, questa è un’opzione interessante e meritevole di approfondimento. Tuttavia, il focus rimane sulle vetture a batteria. E qui giungiamo alle note polemiche.

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Stellantis: i programmi per Italia e Francia sull’elettrico

Stellantis

A detta di molti italiani, la nostra penisola sarebbe stata messa in secondo piano rispetto alla Francia. Un malcontento generale espresso più volte da Carlo Calenda, che ha nuovamente attaccato il gruppo nei giorni scorsi. Oltre al leader di Azione, anche gli esponenti del Governo hanno criticato le ambizioni della società diretta da Carlos Tavares. In particolare, la premier Giorgia Meloni ha invitato Stellantis a investire nel Belpaese. Se l’obiettivo è sottolineare l’italianità nella produzione di un veicolo, è opportuno che la realizzazione avvenga negli stabilimenti nazionali, anziché essere delocalizzata altrove. Gli esempi delle Fiat Topolino e Panda, assegnate rispettivamente agli impianti di Marocco e Serbia, ne sono una conferma. Tuttavia, è importante andare oltre e cercare di comprendere, attraverso i numeri, se ci siano significative differenze rispetto ai cugini francesi.

L’approccio nella penisola italica pone al primo posto i veicoli compatti, più efficienti in termini di consumo di energia e quindi in grado di percorrere un maggior numero di chilometri con una singola carica. Inoltre, presentano prezzi di listino più accessibili, potenzialmente attraenti per un vasto pubblico.

Al contrario, la manodopera transalpina si occupa di modelli di diversi segmenti e dimensioni. Questo approccio comporta diversi vantaggi. Innanzitutto, il bacino di consumatori interessato alle proposte in uscita è più ampio, e inoltre, il margine di profitto è superiore. Va sottolineato, tuttavia, che Maserati, il marchio di maggior prestigio dell’azienda, rimarrà in Italia.

Carlos Tavares
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Nel periodo 2024-2026, la Francia prevede di produrre 24 nuovi veicoli elettrici e ibridi, mentre l’Italia ne prevede solo 13. Ancora più evidente è la differenza nella ricerca, con 1.239 e 166 brevetti rispettivamente depositati nelle relative camere di commercio. In definitiva, in terra d’oltralpe, c’è una posizione di vantaggio determinata da diversi fattori, tra cui la maggiore competitività della filiera, la disponibilità di componenti e una maggiore intensità nella ricerca e sviluppo. Ora resta da vedere se ci sia un margine per recuperare, attraverso una serie di soluzioni mirate a riequilibrare le forze in campo, rilanciando le quotazioni dell’Italia, dove il settore automotive ha sempre avuto un ruolo centrale.-

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