Stellantis, John Elkann contro le “polemiche strumentali”

Ippolito Visconti Autore News Auto
Il presidente di Stellantis John Elkann critica chi rema contro in modo pregiudizievole.
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Secondo John Elkann, Stellantis è “un gruppo che possiede la forza per affrontare e vincere tutte le sfide che ci porterà il futuro”. Parole usate per celebrare il passato, ossia i 50 anni del Gruppo Dirigenti Fiat: “Con le polemiche strumentali non si ottiene nulla. Noi vogliamo superare le difficoltà lavorando duramente, con coraggio, intraprendenza e senso di responsabilità verso le comunità cui siamo legati”. Designato dal nonno Gianni Agnelli come successore, è fra l’altro amministratore delegato della Exor (società d’investimento a controllata dalla famiglia Agnelli) e presidente di Stellantis e Ferrari.

Spirito Fiat

L’imprenditore e dirigente esalta “lo spirito Fiat”, marchio del quarto costruttore mondiale, sebbene in a crisi, con Moody’s che ha declassato il rating a negativo). “Meno dell’1% delle imprese in tutto il mondo è in grado di resistere sul mercato per oltre 125 anni. Noi siamo in quell’1%. Guardiamo agli ultimi decenni, a come Fiat Auto fosse in fondo alla classifica dei produttori mondiali, e oggi il marchio Fiat è il più venduto di un costruttore globale come Stellantis, quarto produttore mondiale che ha la forza professionale e finanziaria per affrontare la transizione energetica. Fiat è in gara. E abbiamo voglia di competere con i migliori”. 

John Elkann

Momento delicatissimo

Le parole di Elkann arrivano nel giorno in cui Stellantis comunica un -20% di consegne mondiali, con una trimestrale davvero brutta. Più uno stop della produzione per diversi giorni in tre fabbriche, con Mirafiori già ferma almeno fino al 1° novembre. Siamo all’antivigilia di uno sciopero generale. “Penso sia giusto e doveroso rendere omaggio a tutti coloro che guidano imprese e progetti sociali generando un impatto straordinariamente positivo per l’Italia”. Quindi un riferimento a una “indipendenza dalla politica”. Leggibile come una risposta negativa alla convocazione dei parlamentari, dopo l’audizione del ceo Carlos Tavares che ha sollevato infinite polemiche.

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