Stellantis, il gruppo automobilistico sorto dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA Groupe, ha annunciato dei piani ambiziosi per l’Italia. In seguito alle critiche ricevute da Giorgia Meloni, i portavoce societari hanno replicato con una panoramica approfondita dei progetti in atto.
Stellantis, l’Italia e quella transizione elettrica in cima alle priorità

Per quanto riguarda il passaggio all’elettrico, Carlos Tavares aveva già parlato chiaro in diverse occasioni: si tratta di un passaggio chiave e, a nome della compagnia rappresentata, intende assicurare che saranno pronti. La manifestazione del pensiero più eloquente è da ricercarsi nel programma Dare Forward 2030.
L’argomento di principale interesse, almeno nella nostra prospettiva, è quali siano nel concreto le intenzioni di Stellantis per quanto riguarda l’Italia. Perché in tanti hanno espresso dei seri dubbi circa le velleità del conglomerato, tra cui Carlo Calenda. Il leader di Azione ha manifestato serie preoccupazioni circa un possibile disinvestimento in massa dalla penisola. Lo ha ribadito con fermezza in un recente intervento, volto a sottolineare la propria posizione di contrarietà alle manovre messe in atto.
Come risaputo, in un’assemblea con gli azionisti, Stellantis ha dichiarato di voler commercializzare solo BEV nel Vecchio Continente entro la fine del decennio in corso, e la metà del totale negli Stati Uniti. Alla luce dei benefici fiscali concessi dall’amministrazione Biden, il colosso dei motori potrebbe anche superare di grande slancio la carriera. Ma non è questo il punto.
Dal canto suo, John Elkann, presidente della holding Exor, non ha mai risposto direttamente. Tuttavia, negli incontri con la stampa ha rassicurato più volte circa l’intenzione di mantenere la componente territoriale. Andiamo allora a scoprire quali sono le prospettive concrete del gruppo, in base agli annunci effettuati.

Stellantis confida di realizzare in Italia circa un milione di mezzi elettrici entro il 2026. Gli impianti nazionali che sono già specializzati nella fabbricazione di BEV saranno ulteriormente rafforzati da questo punto di vista. Tra i centri figurano Mirafiori, a Torino, dove vede la luce la Fiat 500 elettrica, e lo stabilimento di Termoli, in Molise, “luogo natio” della Jeep Wrangler 4xe. Inoltre, saranno profusi sforzi forse in nuovi complessi dedicati alle BEV. Ciò potrebbe avvenire, ad esempio, in Emilia-Romagna, dove il conglomerato conta già su un complesso di ricerca e sviluppo incentrato sulla mobilità sostenibile.
Parte dei fondi saranno poi convogliati nei robot e nei sistemi di automazione. L’evoluzione tecnologica le consentirà di produrre BEV in maniera più efficiente e sostenibile. Non meno degno di nota sarà il rafforzamento dei lavori inerenti alla guida autonoma e alla connettività.
Il programma illustrato da Stellantis per l’Italia è ambizioso, ma realistico. La società dispone delle risorse e delle competenze necessarie al raggiungimento degli scopi prefissati.