Le stime Stellantis sulle consegne consolidate flettono del 9% nel primo trimestre 2025 a livello mondiale. Le stime Stellantis sulle consegne consolidate flettono del 9% nel primo trimestre 2025 a livello mondiale.

Stellantis inizia male il 2025: dove le consegne scendono nel mondo

Le stime Stellantis sulle consegne consolidate flettono del 9% nel primo trimestre 2025 a livello mondiale.

Primi tre mesi 2025 deludenti per Stellantis a livello globale: consegne consolidate giù del 9% rispetto allo stesso trimestre 2024. Parliamo di stime per veicoli nuovi fatturati a terzi (concessionari/importatori o clienti finali). 

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In Nord America dolori per Stellantis

Pessimo il risultato nel Nord America, sotto del 20% addirittura, “conseguenza dei prolungati periodi di vacanze a gennaio”, dice il Gruppo. Si spera in Jeep Compass, Grand Cherokee e Ram 1500/2500, che hanno archiviato il periodo a +10%. Si spera che Jeep torni a essere quello che era prima di Tavares, ossia la gallina dalle uova d’oro per tutta la società.

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Nell’Europa Allargata -8% perché l’azienda è alle prese con la transizione: si punta su Citroën C3 Aircross, Opel Frontera, Fiat Grande Panda, i Truck pesanti Ram 2500 e 3500. Scommessa forte sulla Grande Panda, specie ibrida, anche se i cinesi invadono l’UE con le loro auto termiche a benzina ibride plug-in, mentre Toyota avanza col suo doppio motore molto desiderato: sarà una guerra difficilissima. Per due terzi, il guaio è che non sono ancora stati lanciati mezzi nei segmenti A e B, in sostituzione delle generazioni precedenti uscite di produzione alla fine del primo semestre 2024.

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Solo un sorriso per Stellantis: Sud America

Per fortuna c’è il Terzo Motore Stellantis, ossia Sud America, Medio Oriente & Africa e Cina e India & Asia Pacifico. Il Gruppo ha riportato una crescita nelle consegne di 13 mila unità, +4%, trainato principalmente da un progresso del 19% in Sud America. Ha mantenuto la sua leadership in Sud America: in Brasile e Argentina si festeggia. Alla fine, l’azienda sorride solo lì. Per il resto, il futuro CEO si troverà innanzi una situazione delicata, con possibile sovrapposizione di marchi, e la continua avanzata cinese in UE.

Maserati a picco

Maserati ha consegnato 1.700 unità crollando del 48%: il brand – affidato a Santo Ficili (a capo anche di Alfa Romeo) – attende un piano di rilancio che dovrebbe essere comunicato entro giugno 2025. Nel frattempo il presidente Elkann s’è affidato anche alla società di consulenza McKinsey per ragionare sul futuro di Maserati e Alfa dopo l’entrata in vigore dei dazi sulle auto imposti dal presidente Usa Donald Trump. Che ci sono tuttora. L’azienda italiana vive una delle sue crisi più gravi degli ultimi decenni, con un crollo del 73% nella produzione nel primo trimestre del 2025: circa 1.000 veicoli prodotti negli stabilimenti, un dato che peggiora rispetto al 2024, anno in cui la riduzione era del 64% rispetto all’anno precedente. Maserati (e Alfa) potrà mai essere redditizia se non con modelli superpremium a combustione? Difficile.

Per Stellantis un 2025 delicato

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Se le stime delle consegne crollano, sarà così che per le vendite. A questo punto, occorre capire come la bufera delle immatricolazioni a picco si ripercuoterà sui conti della trimestrale: c’è tutto il 2025 da giocarsi, magari col nuovo CEO, in una partita aperta ma delicata.

Toyota, VW e BYD: tre nemici tremendi per Stellantis

Il secondo ostacolo è dato dal fatto che ovunque c’è un nemico fortissimo, pronto a scatenare la battaglia con una tecnologia superiore: negli USA Toyota contro Stellantis, dove il Gruppo nippo è adorato per il rapporto fra qualità e prezzo; in UE, si segnala l’ascesa di Volkswagen e delle sue elettriche, con l’intelligente campagna di promo nel mentre che Tesla scende; in Asia la cinese BYD è un cannibale insaziabile, con tutte le intenzioni di mordere anche in UE con elettriche e ibride. Qualora permanessero dazi sulle full electric, ecco le fabbriche in Ungheria e Turchia del colosso del Celeste Impero, a triangolare coi fornitori italiani (il meglio nel mondo, grazie al Made in Italy inimitabile, un tempo appannaggio di Stellantis). Cina neppure da prendere in considerazione, in quanto qui i marchi locali sbranano il mercato sia con le elettriche sia con le PHEV.

Questione GM negli USA per Stellantis

Ci sarebbe la scommessa Jeep negli States, da riportare ai fasti antichi. Ma qui GM ha preso a fare sfracelli, vendendo 31.886 BEV nel primo trimestre 2025, con un aumento del 94% rispetto allo stesso periodo 2024. Le auto vendute:
• Equinox EV: 10.329
• Blazer EV: 6.187 (+931%)
• Lyriq: 4.300 (-26%)
• Hummer EV: 3.479 (+108%)
• Silverado EV: 2.383 (+124%)
• Escalade IQ: 1.956
• Optiq: 1.716
• Sierra EV: 1.249
• BrightDrop 400: 274 (+7%)
• Bolt EV/EUV: 13 (nuova versione in arrivo)

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Quindi negli States Jeep se la vede contro un mostro sacro come Toyota, più l’ascesa di General Motors.

Il Gruppo ex FCA-PSA in attesa dell’assemblea

Il Gruppo non ha menzionato i dazi statunitensi nella sua nota. Presentando i risultati del 2024 a febbraio 2025, che includono un calo del 70% dell’utile netto e un consumo di cassa di 6 miliardi di euro (6,8 miliardi di dollari), la società ha affermato che un miglioramento non si sarebbe concretizzato prima della seconda metà del 2025. Rammentiamo che un profit warning a settembre 2024 ha fatto crollare le azioni del colosso, deteriorando i rapporti tra i principali investitori e l’ex CEO Carlos Tavares, che ha lasciato a dicembre. Stellantis terrà la sua assemblea annuale degli azionisti la prossima settimana presentando i ricavi del primo trimestre il 30 aprile.

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