Se ne parla da un paio di giorni ormai, Carlos Tavares, ex CEO di Stellantis, ha lasciato la guida del gruppo automobilistico a causa di visioni contrastanti su come affrontare un anno particolarmente difficile. Questo è quanto emerge dalle dichiarazioni di Doug Ostermann, direttore finanziario del gruppo, durante una discussione informale avvenuta nel contesto della 16esima edizione dell’Industries & Autos Week, organizzata da Goldman Sachs.
Osterman, nominato CFO proprio da Tavares dopo aver guidato le operazioni in Cina, ha spiegato che tra il consiglio di amministrazione e l’ex amministratore delegato esistevano divergenze significative sulle azioni da intraprendere nel breve termine per riportare Stellantis agli elevati livelli di profitto registrati nel 2023.
Secondo il CFO, il disaccordo riguardava in particolare la gestione di problemi come le tensioni sindacali negli States e le critiche ricevute dal governo italiano riguardo alla strategia produttiva. “Le divergenze si concentravano su due aspetti principali,” ha affermato Ostermann.
Ci sarebbero state opinioni diverse sulle priorità operative nei prossimi 15-16 mesi, ovvero fino alla conclusione del mandato di Tavares. “Si trattava principalmente di questioni tattiche e delle azioni immediate da intraprendere”, ha detto il CFO Stellantis. Ma non solo: “C’era il tema delle relazioni con i principali stakeholder, inclusi concessionari, fornitori, sindacati e governi, soprattutto nelle regioni chiave. È evidente che c’è bisogno di ricostruire un clima di fiducia con queste parti”.
Stellantis continuerà a concentrarsi sul consolidamento delle piattaforme di veicoli, riducendone il numero a quattro, e puntando su propulsori multi-energia per rispondere alle esigenze del mercato. Questa flessibilità, secondo lui, sarà cruciale per affrontare sfide come il rallentamento della domanda di veicoli elettrici a batteria, con i consumatori che dimostrano un interesse crescente per le soluzioni ibride e ibride plug-in.
Sul fronte operativo, il gruppo Stellantis sembra aver gestito con efficacia gli eccessi di inventario negli Stati Uniti e guarda con ottimismo al 2025. “Grazie a questi progressi,” conclude Ostermann, “siamo pronti a iniziare il nuovo anno in una posizione decisamente più solida”.