Ecco chi comanda in Stellantis dopo l’operazione di buyback

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Tre grandi azionisti possono determinare in autonomia le strategie di Stellantis, compresa l’approvazione di operazioni straordinarie.
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A osservare l’andamento del settore automobilistico, tra fusioni mancate e poi riprese e alleanze strategiche tra grandi gruppi, c’è bisogno di una buona bussola per orientarsi. Il cielo sopra Stellantis sembra coprirsi sempre più di pesanti concorrenti e giganti minacciosi tra i quali bisogna affermare la propria posizione globale.

Chi detiene realmente il controllo di questo colosso, oggi il quarto produttore mondiale? Ebbene, di recente, qualcosa è cambiato. Lo scorso 10 febbraio, i tre principali azionisti del gruppo, Exor, Peugeot Invest e lo Stato francese attraverso Bpi, hanno consolidato ulteriormente il loro dominio sulla società. Un documento depositato presso la SEC americana ha rivelato che questi soci arriveranno all’assemblea del prossimo 15 aprile con un pacchetto di voti superiore al 48%, garantendosi così un’influenza decisiva sulle strategie del gruppo.

stellantis

Secondo Milano Finanza, la chiave risiede nel programma di buyback da 3 miliardi di euro avviato da Stellantis nel 2024. Il riacquisto e la cancellazione di azioni ha ridotto il numero di titoli in circolazione da 3,1 a circa 2,7 miliardi, e i voti disponibili da 4 a 3,6 miliardi, facendo aumentare il peso dei principali azionisti senza che questi dovessero acquisire nuove quote.

La situazione azionaria odierna, dunque, è la seguente: Exor (la super holding della famiglia Elkann-Agnelli) possiede il 16,4% delle azioni e il 24,9% dei diritti di voto; Peugeot Invest detiene l’8,9% delle azioni e il 12,4% dei voti; lo Stato francese tramite Bpi controlla il 7,3% delle azioni e il 10,9% dei voti. Complessivamente, questi tre soci detengono il 32,6% del capitale e ben il 48,2% dei diritti di voto, una soglia che conferisce loro un potere decisionale quasi assoluto. I tre grandi azionisti possono quindi determinare in autonomia le strategie di Stellantis, compresa l’approvazione di operazioni straordinarie come fusioni o acquisizioni.

Questo assetto accentra il potere e solleva interrogativi sulla governance in Stellantis. Il maggiore controllo da parte di Exor, Peugeot Invest e dello Stato francese potrebbe rappresentare un punto di forza, ma al tempo stesso resta essenziale bilanciare gli interessi degli altri investitori.

stellantis, john elkann

John Elkann, che di fatto sta ricoprendo un ruolo da CEO, sembra voler riorientare il gruppo, rallentando la corsa all’elettrico per puntare con forza sull’ibrido. Bisogna ricordare che con il potere condiviso tra i tre principali soci, Exor da sola non può prendere decisioni autonome. Allo stesso modo, nemmeno Peugeot Invest e Bpi possiedono una maggioranza qualificata.

Le prossime mosse saranno cruciali, soprattutto per riconquistare il mercato americano, che ha rappresentato un punto debole per il gruppo nel 2024. A complicare la situazione ci sono i dazi del 25% sulle auto straniere minacciati dall’amministrazione Trump, un problema non da poco per Stellantis, che produce le sue Jeep in Messico.

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