Continuano le difficoltà per Stellantis, ma soprattutto per i suoi dipendenti. Il gruppo automobilistico guidato da Carlos Tavares ha annunciato ancora uno stop delle fabbriche italiane, nello specifico quelle di Termoli e Cassino. Dopo un ulteriore stop alla produzione dello stabilimento Mirafiori, che resterà fermo almeno fino a gennaio 2025, arriva un’altra batosta per i lavoratori italiani.
Stellantis, nuovo stop per gli stabilimenti di Termoli e Cassino
Negli ultimi giorni il gruppo automobilistico aveva assicurato di non avere intenzione di chiudere le fabbriche italiane, né di licenziare personale. Tuttavia, ciò non significa che sarà tutto rose e fiori. Stellantis ha infatti comunicato ai sindacati di aver chiesto la cassa integrazione per le linee produttive dei motori Gse e V6 dello stabilimento di Termoli, dal 16 al 22 dicembre. La motivazione, come sempre, è legata all’adeguamento della produzione alle attuali condizioni di mercato.
Il 29 novembre, invece, lo stabilimento di Cassino resterà chiuso per lo stesso motivo. “Siamo determinati a garantire la continuità dei nostri impianti e delle attività in questo momento complicato. Continuiamo a supportare tutti i nostri colleghi e colleghe in questa fase. Si tratta di un percorso impegnativo, che comporta scelte complesse e non offre soluzioni immediate, ma richiede unità d’intenti e visione per accompagnare questa grande azienda, insieme a tutti i suoi dipendenti, nel futuro”, ha dichiarato Stellantis in un comunicato ufficiale.
Un 2024 da dimenticare per il settore automobilistico italiano, che ha visto colare a picco la produzione. La situazione potrebbe migliorare leggermente nel 2025 con l’arrivo della nuova Fiat 500 Ibrida, che sarà prodotta a Mirafiori, e la nuova generazione di Alfa Romeo Stelvio, che continuerà ad essere prodotta a Cassino.